Dal 2009 “Veneto Agricoltura” a Rosolina (Rovigo), presso il proprio Centro Sperimentale Ortoflofloricolo “Po di Tramontana”, realizza prove con i portainnesti. Si è partiti, come ha sottolineato Alberto Negro, Direttore dell’Agenzia regionale che ha introdotto i lavori, con la coltura più diffusa, il pomodoro, fino ad arrivare all’esperienza 2016 in cui sono state prese in considerazione anche le specie orticole ove l’utilizzo del portainnesto è meno conosciuto e quindi meno utilizzato. Negro ha sottolineato che la sperimentazione dell’ Agenzia sui portainnesti è stata realizzata non solo presso il Centro “Po di Tramontana”, ma anche presso aziende esterne, al fine di capire ancor meglio difficoltà/criticità degli orticoltori professionali. L’incontro è proseguito poi con le relazioni tecniche che hanno approfondito diversi aspetti della tematica molto sentita dal settore, confermata dalla presenza di 150 partecipanti tra produttori, tecnici liberi professionisti, tecnici di associazioni produttori, tecnici di ditte sementieri, rivenditori di mezzi tecnici e di vivai di piante orticole. Una partecipazione così nutrita e ampia che ha praticamente coinvolto tutte le figure professionali della filiera orticola, che va dal seme al prodotto finale e anche molti rappresentanti delle associazioni di produttori del Veneto e dell’Emilia Romagna. Il Convegno è stato coordinato dal Prof. P. Sambo (Università di Padova) che ha gestito i relatori con puntuali domande di ulteriore approfondimento. I primi relatori M. Montanari (CREA-SCSBologna), Ilaria Alberti (CREA-CIN Rovigo) hanno affrontato i temi più squisitamente burocratico-amministrativi e quindi le problematiche di iscrizione al registro nazionale dei portainnesti, oltre agli aspetti di resistenza/tolleranza di alcuni patogeni/parassiti che i portainnesti possono influenzare la piantina che poi utilizza il produttore orticolo. La parola è poi passata ai tecnici di tre diverse aree orticole italiane: alto veneziano, colture in serra con D. Rolvaldo ( Consorzio ort. COOP Bibione); veronese, colture in serra e di pieno campo, D. Boscaini ( Resp.Tec. APO Scaligera)e N. Accordi (Tecnico APO Scalig.); e per finire per l’area orticola Centro Sud Italia con M.V. Dal Grosso , ( G. Nicotra,Ass.ne ANTESIA. Dopo una esposizione più che dettagliata della diffusione del portainnesto e della sua evoluzione negli ultimi anni almeno nelle specie più diffuse (pomodoro, melanzana, melone, anguria, ecc.) è stato il turno di C. Nicoletto (Ricercatore Univ. di Padova), che ha illustrato come il portainnesto possa influenzare, oltre che da punto di vista sanitario la pianta adulta, anche la qualità del prodotto commerciabile, rendendo quest’ultimo in alcuni casi anche più ricco di zuccheri e più buono. In chiusura F. Tosini (Resp. Centro Sperimentale “Po di Tramontana” di Veneto Agricoltura) ha tenuto un dettagliata esposizione sui risultati sperimentali delle prove eseguite nel Centro durante l’anno partendo dalla specie più diffusa e coltivata, il pomodoro, per poi mostrare i risultati relativi alle specie in cui la pratica dell’innesto è appena iniziata, cetriolo e peperone, informazioni preziosissime per la platea. La sintesi finale del coordinatore prof. Sambo ha chiuso il partecipato incontro che ha anche rimandato i presenti al prossimo anno, per un altro evento similare per il quale il Centro di Veneto Agricoltura sta già lavorando.