Daniele Mont D’Arpizio ha pubblicato un testo sul Bo live, il giornale web dell’ateneo di Padova, sulle pitture rupestri nella grotta di Sumpang Bita, Sulawesi(Indonesia) ed ha conversato con lo studioso padovano Franco Viviani. “Difficile dire cosa si prova di fronte a quelle impronte di mani sulle pareti delle grotte,le ‘firme’ dei nostri progenitori. Ci sono le raffigurazioni delle loro prede: volevano propiziare la caccia o per scusarsi di averli uccisi? È come entrare nella mente di persone vissute decine di migliaia di anni fa”. Viviani si emoziona ancora quando ripensa alle pitture rupestri sull’isola di Sulawesi. “Verso la metà degli anni ’80 un gruppo di speleologi padovani e trevigiani mi invita ad aggregarmi alle loro missioni, prima nelle Filippine e poi in Indonesia, alla ricerca di grandi grotte carsiche da esplorare – racconta l’antropologo. Così mi decido di unirmi a loro,in gran parte autofinanziandomi”.
“Difficile dire cosa si prova di fronte a quelle impronte di mani sulle pareti delle grotte, le ‘firme’ dei nostri progenitori.Poi le raffigurazioni delle loro prede: volevano propiziare la caccia o per scusarsi di averli uccisi? È come entrare nella mente di persone vissute decine di migliaia di anni fa”. Franco Viviani si emoziona ancora quando ripensa alle pitture rupestri. “Verso la metà degli anni ’80 un gruppo di speleologi padovani e trevigiani mi invita ad aggregarmi alle loro missioni, prima nelle Filippine e poi in Indonesia, alla ricerca di grandi grotte carsiche da esplorare – racconta oggi l’antropologo padovano a Il Bo Live –. Così mi decido di unirmi a loro, in gran parte autofinanziandomi”. La grotta a Sumpang Bita e’ una modesta cavità profonda appena 24 metri. Gli speleologi vogliono andare oltre ma Viviani si accorge che sulle pareti ci sono decine di dipinti: “Insisto per fermarsi a fotografare e documentare tutto. Più facile a dirsi che a farsi: ci servono pennarelli e teli di plastica per fare i rilievi dei dipinti a grandezza naturale, ma il villaggio più vicino è a 50 chilometri. Andiamo a prenderli con le canoe, attraversando paludi e foreste”. Lo studioso e’ docente a contratto di basi antropologiche dell’attività fisica presso l’università di Padova, diventa così uno dei primi a documentare scientificamente le pitture rupestri in Sulawesi, note dagli anni ‘50 ma ancora poco studiate. Finché nel 2014, nella grotta di Leang Timpuseng, una pittura rupestre viene datata da un gruppo di ricercatori australiani. A Sulawesi la scopertat e’di estrema importanza. Per info leggere sul Bo live il testo completo. (ph di Franco Viviani).