I produttori di Pinot grigio delle province di Venezia, Padova e Rovigo si sono riuniti nella sede di Coldiretti Veneto con il neo Presidente del Consorzio Doc delle Venezie Albino Armani. In questo giorni, infatti, sono in programma riunioni a livello provinciale per fare conoscere lo stato dell’arte del processo avviato qualche anno fa e divenuto ora realtà. Durante l’incontro Armani ha spiegato tutto il lavoro svolto con Coldiretti riconoscendole la primogenitura: mettere insieme tre regioni, Trentino, Veneto e Friuli Venezia Giulia, sotto un unico vitigno denominatore comune per giungere alla DOC più grande d’Italia e dare il giusto valore ad un vino che per qualità e produzione può finalmente distinguersi. “L’abbassamento delle rese di produzione obbligatorie saranno foriere di un miglioramento delle già ottime performance del Pinot Grigio – ha annunciato Armani – si tratta dell’inizio di nuovo percorso che dovrà produrre altri miglioramenti che vanno dall’aspetto organolettico al reddito delle aziende agricole”. Per questo è importante – ha esortato Armani – che i vitivinicoltori divengano parte attiva del sistema chiedendo di divenire soci del consorzio di tutela per dare la giusta forza all’ente sia per i numeri della rappresentanza che per la questione economica, aspetto fondamentale per la promozione”. “Un’operazione strategica e una scommessa imperdibile per i produttori del nord est – sostengono i dirigenti di Coldiretti Veneto valutando la voce del turismo enogastronomico legato al valore identitario del prodotto e al forte appeal con il territorio tra l’altro variegato e quindi in grado di dare ad ogni bicchiere una degustazione ogni volta diversa. Solo il triveneto – ricorda Coldiretti – costituisce l’85% della produzione complessiva nazionale e il 43% di quella mondiale, con circa 2 milioni di ettolitri (260 milioni di bottiglie) distribuiti su oltre 20 mila ettari: circa 11.500 ettari veneti, 6.000 friulani e 2.800 nella sola provincia di Trento”. Presente all’appuntamento anche Marco Calaon da poco Presidente del Consorzio di Tutela dei vini dei Colli Euganei che nel suo intervento ha sottolineato la positività di questa esperienza e della vasta area di coltivazione che può essere motivo di traino per altre tipologie di vigneti.