Attribuita coerenza e lungimiranza al Veneto sul fronte dei rifiuti urbani e procedure attuariali. Infatti, il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso della Regione avverso la sentenza con cui il TAR del Veneto aveva annullato l’art. 15 dell’elaborato “Normativa di piano”, rientrante nel piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e speciali, con la motivazione che il Consiglio Regionale, nel momento in cui emanava la relativa delibera, risultava essere in regime di prorogatio. “Si tratta di una sentenza molto importante – ha sottolineato l’assessore veneto all’ambiente – non solo perché dà legittimità all’operato del Consiglio regionale sui tempi di approvazione del deliberato, ma soprattutto perché, entrando nel merito anche di altre contestazioni che ci erano state mosse, afferma la coerenza dell’azione veneta. Nella sentenza del Consiglio di Stato – ha evidenziato l’assessore – si evidenzia pure che mentre il Veneto, anche con la deliberazione successivamente contestata, aveva provveduto a mettere in essere tutta una serie di azioni collegate alle direttive europee, la Commissione europea, invece, prima inviava una lettera di messa in mora al Governo Italiano e successivamente apriva formalmente una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per elusione della direttiva relativa ai piani di gestione rifiuti. Da tale procedura veniva peraltro esclusa, tra le autorità inadempienti, la Regione Veneto proprio per il fatto che, nel frattempo, aveva adottato e comunicato il piano. La sentenza poi evidenzia che l’atto regionale, ancora una volta muovendosi correttamente, non risulta aver violato i principi di prossimità con le zone di raccolta e di precauzione vietando, in corrispondenza della fascia di ricarica degli acquiferi, la realizzazione di nuove discariche o ampliamenti di quelle già autorizzate”, ha concluso l’esponente regionale.