Almeno il 50 per cento della flotta di pescherecci che quotidianamente solca le acque dell’Alto Adriatico è costituito da naviglio di piccola stazza, lunghe meno di 12 metri, che impegnano al massimo due pescatori. Non utilizzano reti a strascico o draghe ma solo attrezzi manuali e si muovono entro le 12 miglia dalla costa. La piccola pesca sulle coste italiane dell’Alto Adriatico conta oltre 2600 imbarcazioni, impegna il 30 per cento dei pescatori e genera incassi per 59 milioni di euro (soprattutto grazie a molluschi e crostacei), seconda voce della flotta peschereccia delle regioni costiere dell’Alto Adriatico, alle spalle degli 83 milioni realizzati con la pesca a strascico. La conservazione, sviluppo e innovazione della piccola pesca artigianale è al centro del progetto europeo transfrontaliero Adri.Smartfish, di cui la Regione Veneto è capofila, e che prende avvio ufficiale a Venezia, con un convegno inaugurale presso la sede centrale dell’Università Cà Foscari fove interverranno tutte le le istituzioni partner: l’assessore veneto all’agricoltura, caccia e pesca e Gianluca Fregolent, direttore della Direzione Agroambiente evesca in qualità di rappresentanti dell’Amministrazione lead partner del progetto, i referenti scientifici Fabio Pranovi dell’Università Ca’ Foscari e Sanja Matic di IZOR – Istituto Oceanografico di Spalato, i rappresentanti del Ministero dell’Agricoltura della Repubblica Croata e i referenti delle Regioni italiane e delle Contee croate.
Partecipano al progetto – che ha un budget di tre milioni di euro – le regioni litoranee dell’Alto Adriatico, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Marche e, sul versante balcanico, la Regione istriana, la Contea Litoraneo Montana, la Contea di Zara, nonché il ministero dell’agricoltura della Repubblica di Croazia. L’Università Cà Foscari di Venezia e l’istituto di Oceanografia e pesca di Spalato sono i partner scientifici. Il progetto si inserisce nell’ambito dei progetti di collaborazione transfrontaliera Italia Croazia 2014-2020. Ha l’obiettivo di valorizzare la piccola pesca costiera nell’Alto Adriatico promuovendo la sicurezza alimentare del pescato e la sostenibilità ambientale, economica e sociale della pesca ‘artigianale’ che conta nel Mediterraneo circa 40 mila pescherecci, pari all’80 per cento dell’intero contingente di imbarcazioni dei paesi che affacciano sullo specchio mediterraneo. Cosa prevede Adri.Smartfish? La creazione di una organizzazione transfrontaliera della piccola pesca che rappresenti gli operatori del settore, sia italiani che croati, e promuove azioni pilota che sperimentino nuove forme di gestione dell’attività: l’adozione del marchio registrato per il pescato, forme di commercializzazione diretta dei prodotti, condivisione di linee guida per le aree a gestione diretta. Il progetto, che avrà una durata di 30 mesi e si concluderà nel 2021, contempla anche la condivisione di un protocollo di pesca sostenibile e responsabile, a tutela dell’ambiente, dell’occupazione e dello sviluppo integrato dell’ambiente costiero, e la condivisione di un piano pluriennale di gestione delle risorse.
Tra gli obiettivi di Smarfish figurano la fotografia dettagliata del settore, in termini di porti, flotte, numero imbarcazioni, lavoratori impiegati, attrezzi utilizzati, quantitativi e trend anche qualitativa del pescato, valori di mercato, reddito generato e tendenze, zone di pesca e impatto ambientale del settore; la promozione di soluzioni innovative e di nuovi sistemi di gestione sia nella produzione sia nella commercializzazione; il sostegno a forme di vendita diretta dei prodotti della piccola pesca sostenibile, attraverso un marchio di certificazione. (foto arch.).
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