“Ogni anno gli avicoltori veneti perdono milioni di euro per focolai che si accendono sul territorio, è ora di ridisegnare il settore: l’aviaria non è più un imprevisto, occorre un minimo di programmazione nella gestione del settore oltre che una previsione anche in fase di bilancio”.  Coldiretti è stata chiara al tavolo di crisi convocato dagli assessori  competenti per l’Agricoltura Giuseppe Pan e Sanità Luca Coletto. “Le misure adottate, fino ad ora sono precauzionali – ha spiegato il direttore regionale Pietro Piccioni – ma vanno considerati anche danni indiretti legati al divieto di accasamento dei capi. L’avvio di un nuovo ciclo produttivo determina un fermo dell’allevamento che ha ripercussioni pesanti sul reddito delle imprese e sull’indotto”.  Secondo Coldiretti gli investimenti sul benessere animale e su altri aspetti ambientali sono stati importanti per ogni singolo allevatore tanto che in Veneto l’avicoltura è considerata d’avanguardia viste le numerose strutture altamente tecnologiche e sostenibili dal punto di vista dell’ecosistema. “Si attivino quindi i fondi necessari – ha incalzato Piccioni – perchè il perdurare di questa situazione rischia di mettere in ginocchio un comparto di punta già provato da eventi epidemici nel passato dai quali ha sì saputo risollevarsi, ma continua ad essere esposto a ricadute a causa di dinamiche biologiche incontrollabili.  Non si può trattare la questione come evento straordinario, proprio per questo è giusto provvedere ad  una revisione nella gestione tecnico sanitaria  del supportata con l’utilizzo di  risorse adeguate e ben mirate”.

 

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