Una nuova pagina sulla corruzione, dietro somme di denaro o regali di valore, per fuire di notevoli sconti nelle sanzioni per evasione fiscale, è venuta a galla in questo periodo recente ed è frutto di indagini che hanno comportato diverso tempo e “lavoro riservato” da parte degli inquirenti. L’inchiesta sulle tangenti relative agli appalti del sistema Mose (dighe mobili, per attenuare l’acqua alta), già oggetto di arresti e processi, ha fatto emergere – secondo la polizia tributaria della Gdf di Venezia – nuovi filoni di corruzione tra imprenditori, ufficiali compiacenti della stessa GdF e dirigenti dell’Agenzia delle entrate. L’operazione, nata da nuove intercettazioni, cosidette “a margine” e raccolte, come detto, nell’inchiesta Mose, è stata autorizzata dalla magistratura, ed ha portato all’arresto di 16 persone. Tra queste due tenenti colonnello della GdF, tre dirigenti dell’Agenzia delle Entrate, un giudice tributario della Commissione regionale in Veneto, oltre a commercialisti e imprenditori. Nell’elenco degli arrestati anche vertici degli apparati dello Stato. Gli arresti sono stati eseguiti dalla Gdf, in maggioranza a Venezia e Verona e uno a Siracusa: 14 persone sono finite in carcere e 2 ai domiciliari.

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