pedemontana

Soltanto un contributo straordinario dello Stato per terminare la Pedemontana Veneta riuscirà ad evitare alla Regione di aumentare l’Irpef. Al momento la soluzione per finire i lavori è stata trovata dalla Regione che ha deciso di elevare l’aliquota dell’Irpef. I contribuenti veneti che saranno interessati a pagare l’addizionale Irpef sono 120 mila: la tassa sarà utilizzata per completare i lavori della superstrada a pedaggio “Pedemontana Veneta” (da Montecchio di Vicenza a Spresiano di Treviso). Servono infatti 220 milioni di euro. Di questo ha relazionato il Consiglio regionale, il presidente della Giunta Luca Zaia, il quale ha detto che questa manovra (temporanea, come è stato precisato, e forse modificabile) si comincerà a pagare da gennaio 2018; coinvolti i veneti con reddito superiore a 28 mila euro annui. Si tratta di una nuova soluzione individuata dalla Giunta regionale per il rilancio e il completamento della Pedemontana; i 300 milioni del mutuo che la Regione dovrà contrarre con la Cassa depositi e prestiti saranno finanziati, come detto, con una manovra sull’addizionale Irpef. Zaia ha spiegato che essa “servirà a finanziare anche tutti i settori che hanno subito tagli dallo Stato”. Le delibere della Giunta sono state approvate il 14 febbraio e secretate per la modifica del Documento economia e finanza regionale (Defr) e l’applicazione della tassa. L’aumento sarà dell’1,6% di Irpef per i redditi dei veneti dai 28 mila ai 55 mila euro, il +2% di Irpef per quelli da 55 mila a 75 mila euro, il +2,1% per i redditi sopra i 75 mila euro. Perchè il provvedimento della Giunta divenga valido si dovrà esprimere l’assemblea regionale; in caso contrario questo collegamento autostradale resterà un flop. Su questa eventuale ipotesi, Zaia ha detto che “se il Consiglio non vuole, s’inventi un’altra soluzione”. C’è un paletto: in Consiglio regionale è operativa una maggioranza politica che sostiene la Giunta presieduta da Zaia. Alla proposta di Zaia, in Consiglio subito le proteste delle opposiioni, ad esempio dal Pd, tramite una nota di Alessandra Moretti: “il punto più basso il Governatore del Veneto lo ha raggiunto sulla Pedemontana: per tentare di mettere una toppa ai suoi gravi errori, che hanno portato a ritardi e costi lievitati, Zaia pensa bene di risolverla mettendo le mani nelle tasche dei veneti. Sembra una barzelletta, ma purtroppo è la verità: il Presidente ha deciso che a pagare la Pedemontana saranno i veneti attraverso l’aumento dell’Irpef e cancellando tutte le esenzioni dei pedaggi per i residenti, che pure erano previste nel contratto iniziale. La verità è che fino ad ora i soldi li ha messi solo il governo: oltre 600 milioni senza i quali l’opera non sarebbe mai partita”. “E così arriviamo al paradosso – prosegue la consigliera del Pd – un abitante di Venezia, faccio per dire, che abbia un reddito di 2.300 euro lordi mensili si ritroverà a pagare 120 euro l’anno per la Pedemontana che magari non userà mai. Un vicentino che invece se ne servirà, pagherà lo stesso costo più l’aggiunta del prezzo del pedaggio, visto che Zaia ha ben ritenuto di far saltare le esenzioni. Per non parlare della fascia di reddito medio alte: chi guadagna più di 55 mila euro l’anno pagherà 588 euro e per le fasce over 75 mila il costo sarà di circa 1000 euro l’anno. È una follia: Zaia pensa di rastrellare 200 milioni di euro facendo pagare ai veneti un’opera che senza dubbio è strategica e che molte volte abbiamo detto doveva essere terminata, ma il metodo ci lascia senza parole”. Carlo Garofolini, presidente dell’Adico, associazione difesa consumatori, contesta, tramite un comunicato, le delibere con le quali la giunta Zaia ha di fatto deciso di far pagare al “ceto medio” veneto la Pedemontana. “Noi rappresentiamo migliaia di soci che vivono nel Veneto – ha aggiunto Garofolini – e sappiamo benissimo le difficoltà che vivono ogni giorno. Il ceto medio, quello a cui Zaia chiede di pagare la Pedemontana, è il più colpito dalla crisi e l’ultima cosa di cui ha bisogno è di un’altra tassa. E’ incredibile – ha concluso Garofolini – come la Regione, che può contare su diverse entrate, non riesca a pagare questa opera di cui si parla ormai da alcuni decenni, alla stregua del tratto autostradale Salerno – Reggio Calabria. Noi sosterremo tutte le iniziative necessarie per evitare che questa vergognosa scelta vada in porto”.

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