“Tutte le parti in causa si siedano attorno a un tavolo, altrimenti la guerra in Siria andrà avanti”. E’ l’auspicio del Patriarca di Antiochia (Turchia) Béchara Boutros Raï, cristiano maronita,(nella foto) a Venezia, nei giorni scorsi, per partecipare al meeting dal titolo “Costruire la pace e la sicurezza per l’Europa e le popolazioni vicine”, organizzato dal Gruppo per il Dialogo interculturale con le Chiese e le Istituzioni religiose del Partito Popolare Europeo. Il card. Raï, libanese, ha poi celebrato una santa messa nella parrocchia Maria Ausiliatrice della Gazzera, gemellata con una chiesa in Libano. Marco Monaco di “Gente Veneta” lo ha intervistato. Le dichiarazioni sono ora pubblicate sul settimanale diocesano. Marco Monaco, tra le varie domande presentate ha chiesto come si può davvero risolvere la situazione in Medio-Oriente? Il Patriarca maronita ha così risposto: “negli anni scorsi ci sono state manifestazioni imponenti, note come Primavera Araba, per chiedere riforme ma sono fallite. E sono state sostituite prima da gruppi fondamentalisti e poi da organizzazioni terroristiche. A ciò si aggiunga lo scontro sorto tra sunniti e sciiti in Siria e in Yemen, Paesi nei quali le due potenze regionali ovvero l’Arabia Saudita (sunnita) e l’Iran (sciita) si fanno la guerra per interposta persona cercando la supremazia nell’area. Poi in Siria e Iraq la situazione si è ulteriormente complicata perché allo scontro tra sunniti e sciiti si è aggiunto quello tra l’Isis e il regime locale in Iraq e tra popolo e regime locale (Assad) in Siria; e poi tra Usa e Paesi occidentali da un lato e Russia dall’altro a sostegno delle varie parti in campo. Se tutte queste parti non si siederanno attorno a un tavolo, la guerra andrà avanti: senza una soluzione politica tra i vari attori, non saranno le armi a far prevalere uno sugli altri. E sulla drammatica situazione drammatica dei cristiani il presule ha detto: “in Libano cristiani e musulmani hanno vissuto assieme per secoli. Ci son state difficoltà in passato ma si sono superate creando una cultura e una civiltà comuni: in Libano i cristiani hanno scuole, università, ospedali, centri sociali, siamo al governo assieme ai musulmani. Ecco perché bisogna aiutare i cristiani a rimanere in Medio-Oriente non tacendo, agendo per vie politiche, attuando progetti di sviluppo del lavoro e dell’economia. Ma se non cessa la guerra, è tutto inutile”. Il servizio-intervista, come detto, è su “Gente Veneta”.

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