È ormai prossima la Domenica delle Palme e con essa inizia la Settimana Santa, ricca di riti e celebrazioni religiose che si concluderanno con la Pasqua di Resurrezione. Nella Domenica delle Palme, detta anche della Passione del Signore, la Chiesa ricorda il trionfale ingresso di Gesù a Gerusalemme osannato dalla folla che lo salutava agitando rami di palma intrecciate in suo onore. In questa occasione avviene la tradizionale benedizione dei rami d’ulivo, dopo una processione che porta in Chiesa dove i crocefissi e le immagini sacre sono coperti di drappi viola. Durante la messa si recita in modo drammatizzato il Passio e, al termine, inizia l’adorazione delle Quarant’ore, che procede fino al martedì successivo. I ramoscelli d’ulivo benedetti, simbolo di pace, vengono portati in casa e conservati a protezione dell’abitazione. Si riteneva, fino a qualche decennio fa, tenessero lontana la grandine durante i temporali.
La Settimana Santa è l’evento più importante dell’anno per la Chiesa Cattolica, ricca anche di tradizioni popolari. Importante è il ciclo di cerimonie sacre che apre il Giovedì Santo, ultimo giorno della Quaresima. In questo giorno si celebra la messa nella quale si ricorda l’ultima cena, l’istituzione dell’eucarestia e del sacerdozio e si ripete il gesto simbolico della lavanda dei piedi fatta agli apostoli da Gesù. Suggestive sono le celebrazioni del Venerdì Santo, primo giorno del solenne triduo pasquale della Passione, Morte e Resurrezione di Cristo. In molte parrocchie si tiene la Via Crucis con la quale si ricorda la salita al Calvario e la crocifissione di Gesù. La messa è detta “séca”, in quanto è priva della comunione. Un tempo la processione si svolgeva lungo tutto il paese e sui davanzali di ogni casa si accendevano lumi e candele. Sabato Santo è il giorno del silenzio. Nella notte si tiene ancor oggi la solenne veglia pasquale, si celebra la messa di Resurrezione iniziando dal sagrato della Chiesa con la liturgia del fuoco, la benedizione delle candele e dell’acqua battesimale. La Chiesa è oscurata e i fedeli vi accedono tenendo i ceri. Al momento dell’intonazione del Gloria tutte le luci si accendono e si scatenano le campane, rimaste a tacere dal venerdì, a festeggiare il Risorto.
Molte usanze sono comuni in tutta Italia per questa solennità che si celebra ogni anno la domenica che segue la prima luna piena di primavera tra il 22 marzo e il 25 aprile (per gli ortodossi che seguono il calendario giuliano tra il 4 aprile e l’8 maggio). Ogni luogo, però, commemora la Passione e la Resurrezione secondo le proprie tradizioni, magari al suono delle “ràcole” nel Meridione, o con gli spari dei “trombini” in Lessinia, le fiaccolate a Murano e Burano, la visita ai sepolcri delle chiese a Venezia, l’allestimento di rappresentazioni in varie località. Pasqua è un’antica festa di derivazione ebraica. Gli ebrei, celebrando la Pasqua, ricordano il loro passaggio sul mar Rosso, quando diventarono popolo libero. I cristiani cattolici celebrano la vittoria di Cristo sulla morte, che libera l’uomo dalla morte spirituale riacquistando l’amicizia con Dio. Il festeggiamento è anche per la primavera: Pasqua vuol dire rinascita, risveglio della natura. Alcuni riti sono preesistenti al cristianesimo che, fin dalle origini, sovrappose le festività pasquali a quelle pagane legate al rinnovamento stagionale. È ancora in uso il lunedì di Pasquetta fare la scampagnata all’aria aperta per godere della nuova stagione. Un tempo si giocava con le uova sode, facendole rotolare come bocce sul prato, per poi mangiarle durante il pic-nic.
Le cose che si mangiano a Pasqua e nella Settimana Santa sono frutto della tradizione ma anche cibi simbolici, carichi di segni augurali e propiziatori. Simbolo di Cristo è l’agnello, emblema della pace. Anche la colomba è di antica tradizione, la cui forma ricorre frequentemente nelle scritture sacre come rappresentazione dello Spirito Santo, simbolo di pace, speranza e salvezza. Il pesce rimanda alle iniziali delle parole greche che significano Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore. I primi cristiani usavano infatti comunicare tra loro con l’immagine del pesce, non potendo professare pubblicamente la loro fede.
Pure le uova colorate sono simbolo della rinascita non solo della natura ma dell’uomo stesso. L’usanza dell’uovo di cioccolato è stata introdotta nell’ultimo secolo, evoluzione dell’antica tradizione, forse di origine persiana, di portare in dono uova di gallina colorate in occasione della festività. Ma la nascita dell’uovo di cioccolato risale al tempo di Luigi XIV, e si è estesa poi in Francia, Germania e nei Paesi scandinavi già all’inizio dell’800. Il dolce vuoto, affinché potesse contenere una sorpresa, è probabilmente legato a Fabergé, l’orafo che nel 1885 creò per la zarina sposa di Alessandro III di Russia il primo uovo rivestito di materiali preziosi contenente un pulcino d’oro e una riproduzione della corona imperiale. Anche in Piemonte sembra ci fosse l’uso di inserire un piccolo dono nell’uovo di cioccolato. In ogni caso, al latte, fondente o di gallina, in tutto il mondo, gradito da grandi e bambini l’uovo, simbolo di Pasqua, è davvero irrinunciabile (foto arch.). Pasqua e Pasquetta sono anche giornate che molti trascorrono per una breve vacanza al mare, in montagna, ai laghi; e’tradizione per molti nuclei familiari fare una gita fuoriporta il lunedi’ dell’Angelo consumando all’aria aperta cibi portati da casa. (ODM)