Workshop a Grado (Gorizia) sui principali temi del Piano paesaggistico regionale (PPR) del Friuli Venezia Giulia. Si è parlato dei “I paesaggi costieri e lagunari” ed è stata presentata la definizione della Linea di battigia, vale a dire il confine tra mare e terra la cui ricognizione è obbligatoria poiché da qui si misura la zona di 300 metri tutelata per legge. La georeferenziazione della Linea di battigia dà certezza al limite e consente una definizione esatta dell’area tutelata con il vincolo paesaggistico della Laguna di Marano e Grado. La Linea di battigia è composta da tratti di linea naturale, artificiale o fittizia e misura 148 chilometri, che insistono sui comuni di Lignano, Marano Lagunare, Grado, San Canzian d’Isonzo, Staranzano, Monfalcone, Duino-Aurisina, Trieste e Muggia. La definizione è stata condotta con la sovrapposizione di diversi metodi di indagine, dalla fotointerpretazione dell’ortofoto regionale del 2011, alle verifiche con rilievi a terra. Una porzione molto consistente della Laguna rientra nelle aree dichiarate di interesse paesaggistico ed è sottoposta a vincoli. Per l’assessore regionale alla infrastrutture MariaGrazia Santoro (nella foto) “la prima tappa della serie di workshop tematici che abbiamo inteso fare sul territorio dimostra il preciso intento della Regione di sviluppare il Piano Paesaggistico Regionale all’insegna della condivisione e della partecipazione, aldilà dei meri slogan”. “Il Piano è un’operazione ambiziosa a cui l’Amministrazione regionale tiene molto – ha aggiunto Santoro -, nel costruire questo strumento non potevamo non tener conto di quanto in regione si è già fatto. Da qui nasce la volontà di raccogliere studi e sapienze dei luoghi per un Piano quanto più operativo e capace di dare certezza del diritto”. Grazie all’accordo con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo il PPR potrà essere condotto step by step e validato per stralci dal Ministero. Alla presentazione, accanto ai tecnici che hanno composto il gruppo di lavoro, è intervenuto anche Mauro Pascolini dell’Università di Udine, responsabile della parte strategica del Piano, che ha ricordato gli obiettivi operativi dello strumento pianificatorio, della rete dei beni culturali, della rete delle infrastrutrture e della mobilità lenta, analizzati assieme ad alcuni dei principali paesaggi regionali (costieri e lagunari, montani e rurali). Nella definizione complessiva del Piano verranno seguite alcune linee guida che definiscono altrettanti ‘obiettivi alti’ di pianificazione e governo del territorio: il consumo di suolo, la dispersione insediativa e il recupero del patrimonio edilizio, la qualificazione paesaggistica e ambientale delle infrastrutture, la localizzazione e progettazione di impianti energetici da fonti rinnovabili e il turismo sostenibile. In riferimento all’obiettivo di conservazione della biodiversità, l’assessore Santoro ha sostenuto che si dovrà puntare alla tutela paesaggistica delle reti anche superando i confini amministrativi per ricercare una cooperazione sovraregionale e internazionale, attraverso accordi di programma.