Nell’ambito della terza edizione di Open Factory, opening di cultura industriale e manifatturiera del Nordest, il porto di Venezia ha guidato, nei giorni scorsi, 200 operatori per 3 diversi itinerari: via acqua lungo i Canali Portuali, via terra all’interno di un terminal portuale multifunzionale, “tra terra e acqua” a bordo della chiatta galleggiante e dei rimorchiatori della società Panfido. I tour hanno preso il via dal padiglione “Antares” del complesso Vega che ospita “Industriae”, centro informativo permanente dedicato alle celebrazioni del Centenario di Porto Marghera. Dopo una prima introduzione sul porto, di ieri e di oggi, hanno preso il via i 3 percorsi. I partecipanti all’itinerario acqueo hanno percorso in barca i canali di Porto Marghera, partendo dalla prima zona industriale, per poi esplorare la cosiddetta “Isola Portuale” con i suoi terminal commerciali, e risalire il Canale Industriale Ovest fino al Ponte Strallato. Nel corso del tour è stata fornita una panoramica sul funzionamento di un porto industriale e commerciale, illustrando le operazioni portuali, le dinamiche della catena logistica, i ruoli e le funzioni dei vari soggetti operanti in un porto, senza trascurare aspetti importanti come la sicurezza e l’attenzione per le risorse ambientali. Risalendo i canali è stato possibile vedere da vicino la varietà di merci movimentate al Porto di Venezia, le infrastrutture e i mezzi utilizzati per le operazioni di carico e scarico, i magazzini e i piazzali adibiti a deposito. Nel percorso via terra i visitatori, a bordo di un pullman, hanno potuto varcare l’ingresso di Multi Service, un terminal “multipurpose” ad elevata flessibilità cioè capace di servire diversi i tipi di merce. Una realtà che si espande su una superficie di 31.0 Ha, offre 2210 metri di banchine con un pescaggio utile fra i 10.5 e gli 11.5 metri, oltre a magazzini coperti per 56.000 metri quadri, 11 km di rete ferroviaria interna e 4 silos in grado di contenere 14.000 tonnellate.
Nel corso del tour inedito ai partecipanti sono state illustrate dal vivo le procedure di sbarco nave “a ciclo chiuso”, l’operatività di 2 gru (una dotata di magnete in grado di sollevare “bramme” – ovvero semi -lavorati siderurgici –
pesanti 45 tonnellate ciascuna, l’altra dotata di “polipo” per la movimentazione di “bricchette”, ovvero materiale siderurgico alla rinfusa) e l’attività dei mezzi meccanici per la movimentazione delle merci. Particolare attenzione poi è stata data ai project cargo, settore in cui il porto di Venezia eccelle in virtù di uno specifico know-how acquisito nel tempo dal personale specializzato nella difficile manipolazione dei collieccezionali. Dopo il tour sulle banchine, una presentazione all’interno delle strutture del terminal ha fornito ulteriori dettagli anche in risposta a domande dei visitatori. Il percorso “tra terra e acqua” infine è stato organizzato da “Rimorchiatori Riuniti Panfido”, società di grande tradizione operante al Porto di Venezia sin dal 1880, che ha aperto le porte della sede, una insolita e affascinante chiatta galleggiante di tre piani ormeggiata in Canale Brentella. Il tour è cominciato dalla sala di controllo, il cuore pulsante delle attività, da dove vengono coordinate e gestite tutte le operazioni dei rimorchiatori che forniscono l’assistenza alle navi in arrivo e partenza dal porto di Venezia. La visita è proseguita negli altri uffici in cui sono tra l’altro conservati dei pezzi storici come una vecchia tenuta da palombaro. Lasciata la sede, il gruppo si è spostato in banchina da dove ha potuto ammirare la numerosa e moderna flotta di rimorchiatori del gruppo Panfido, composta attualmente da 25 rimorchiatori all’avanguardia, due dei quali sono tra i più grandi d’Europa con il sistema Voith. Il momento forse di maggiore interesse è stato quando i visitatori sono saliti a bordo del rimorchiatore Angelina C: il comandante, dalla plancia di comando, ha spiegato le principali caratteristiche tecniche e come si svolge la vita a bordo. Infine, ha suscitato interesse un rimorchiatore fermo nel bacino di carenaggio per lavori, altra peculiarità delle sede dei rimorchiatori veneziani, in grado di fare attività di manutenzione e riparazione senza dover spostare altrove i mezzi.