L’imprenditore Leonardo Del Vecchio, patron di Luxottica, azienda dell’occhiale nata in Cadore, e molto affermata nel mondo per i suoi prodotti e le strategie aziendali, ha deciso di scommettere sulla digitalizzazione, creando una digital factory a Milano, dove lavorano un centinaio di persone che operano in stretta collaborazione con la Silicon valley. Questa operazione è stata illustrata giorni orsono a Cernobbio durante i “Luxottica days”. E’ stato previsto che sarà attivo, in questi mesi estivi, un database per aggregare i dati del gruppo – dalla materia prima al negozio fisico – creando una sorta di cinghia virtuale dell’intera filiera. In questo progetto voluto dal sempre dinamico Del Vecchio (foto), è stato precisato che questa trasformazione interesserà anche gli store: dalle vetrine ai display interni. Tale processo Del Vecchio lo ha battezzato “la quarta grande rivoluzione in Luxottica”; l’obiettivo è di dare una spinta hi-tech alle strategie del gruppo. In precedenza, Luxottica ha portato a casa tre azioni rivoluzionarie: cioè l’acquisizione della licenza Giorgio Armani, l’ingresso nel retail americano con l’acquisto della catena LensCrafters e il rilancio del marchio Ray-Ban. A parte i progetti aziendali, Luxottica pensa anche ai suoi dipendenti riconoscendo incentivi e bonus al fine di mantenere un buon rapporto azienda-lavoratore. Di recente, al fine di trattenere personale qualificato e creare un clima di lavoro più favorevole, Luxottica, in applicazione alle linee impartite da Del Vecchio, ha riconosciuto un sostegno economico che, in caso di decesso di un dipendente, finisce alla famiglia. Un contributo di 30 mila euro per gli eredi legittimi, che può salire a 70 mila se sono minori, studenti, o se è attivo un mutuo sulla prima casa. Va segnalato che anche un’altra azienda di successo, la Ferrero di Alba, ha garantito ai figli che studiano la sicurezza economica fino a 26 anni di età.

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