Il Decreto Sicurezza limita i casi di protezione umanitaria, una forma di tutela per i richiedenti asilo che presentano un’importante condizione di vulnerabilità e che le commissioni territoriali hanno riconosciuto al 25% dei richiedenti asilo nel 2017. In questo modo la legge amplia la platea degli ‘irregolari’? Sulle novità introdotte dal decreto, sui servizi di tutela dei rifugiati e sull’accoglienza in famiglia il magazinenews di Cà Foscari ha intervistato, nella rubrica #fattixconoscere, Francesca Campomori (nella foto CF), ricercatrice in Scienze politiche al Dipartimento di Filosofi a e Beni Culturali di Ca’ Foscari, componente del board direttivo di Imiscoe, il più vasto network europeo di studiosi delle migrazioni e dell’integrazione e autrice di un articolo su Criticità e contraddizioni delle politiche di ricezione dei richiedenti asilo in Italia, appena pubblicato da Politiche Sociali/Social Policies (Il Mulino). “La legge – ha spiegato la ricercatrice – consente alcuni permessi di soggiorno speciali per gravi motivi di salute, o per chi arriva da paesi colpiti da calamità naturali o per chi ha compiuto atti di particolare valore civile nel nostro paese, ma non in tutti i casi è prevista la possibilità di conversione di questi permessi in permesso di lavoro e quindi in residenza stabile. Inoltre i richiedenti asilo non possono più essere accolti negli Sprar, progetti attivati volontariamente dai Comuni su finanziamenti ministeriali”.

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