Dura fino al 7 maggio Flow, arte contemporanea italiana e cinese in dialogo, un evento nel quale l’arte contemporanea si fa strumento di comprensione e interrogazione reciproca fra le due culture. Flow, ospitato nel piano superiore della Basilica Palladiana di Vicenza, è un’occasione di scoperta e la seconda tappa di un work in progress avviato con la prima edizione tenutasi nel 2015, che ha affermato il desiderio e la necessità diffusi di trovare canali di comunicazione fra Italia e Cina che avvicinino in modo efficace e fertile i due mondi. La mostra è organizzata da Associazione Culturale YARC, in collaborazione con l’assessorato alla crescita del Comune di Vicenza, con il sostegno dell’Istituto Confucio di Venezia e il patrocinio della Regione Veneto. Flow presenta 24 artisti e 28 opere selezionati fra Italia e Cina che interpretano gli strumenti e i punti di vista più diversi. Performance live, ceramica, plexiglas, neon, lana, passando per carta e tela e arrivando alle tecnologie digitali e a composti di uso comune completamente rivisitati, come liquidi antigelo e profilati in alluminio, per fare alcuni esempi: ogni materia diventa forza viva nelle mani e nella mente di ciascun artista. I curatori, Maria Yvonne Pugliese e Peng Feng, hanno lavorato sul valore essenziale proprio di ogni opera d’arte, affermando in questa mostra la priorità dell’oggetto rispetto alla sua interpretazione critica. Gli artisti italiani e cinesi invitati ad esporre presentano ciascuno una o più opere e esprimono la loro poetica in assoluta libertà, contando su uno spazio espositivo aperto, senza vincoli, dove ogni lavoro dialoga direttamente con tutti gli altri, con gli oltre 1000 metri quadrati della monumentale Basilica, simbolo della città berica, e con la luce che filtra dai 14 finestroni e illumina lo spazio sormontato dall’inconfondibile soffitto a carena, dall’aspetto simile a una nave rovesciata. Le opere d’arte contemporanea cinese si collocano accanto, di fronte, di fianco alle opere italiane offrendo al visitatore un contrasto stimolante che rende evidente la particolarità di ogni scelta: perché quella tecnica?, perché un video anziché una tela?, perché il colore o il non colore?, perché ciascuno è diverso, se è diverso davvero?. Flow stimola quesiti e ciascuno è libero di dare una risposta e, nel farlo, è libero di avvicinarsi a una cultura altra che diventa controparte di un dialogo autentico e, allo stesso tempo, occasione di imparare qualcosa di nuovo su di sé. Per agevolare l’incontro fra il visitatore, al centro dell’attenzione dei curatori, e gli artisti, Flow ha creato due canali supplementari. Il primo è il video originale autoprodotto nel quale ciascun artista racconta il percorso di idee e di azioni che lo ha portato a realizzare quella particolare opera, il cui contenuto, rielaborato in forma scritta, è riportato anche sul catalogo. “La Basilica palladiana dimostra di essere uno spazio capace di parlare linguaggi contemporanei– ha dichiarato il vicesindaco e assessore alla crescita Jacopo Bulgarini d’Elci -. Le opere esposte nella mostra Flow sono l’esempio di come artisti provenienti da culture differenti riescono a creare un dialogo; a questi artisti abbiamo abbiamo voluto concedere lo spazio del salone al piano superiore che l’attuale allestimento è riuscito a valorizzare in modo suggestivo. La Basilica è “solenne e maestosa” come si legge nella lapide che ricorda il bombardamento avvenuto nella Seconda guerra mondiale e che ha distrutto la copertura a carena di nave rovesciata. E nonostante questa definizione è in grado di accogliere le più disparate realtà. Mi piace immaginare la Basilica è come un vascello che conduce all’incontro di mondi differenti”. Il primo evento speciale di Flow domenica 26 marzo: la performance ‘Concerto a Perdifiato’ dell’artista Giovanni Morbin, originario di Valdagno (Vicenza), ha visto all’opera una orchestra sui generis, senza un direttore e non composta da musicisti ma da 21 volontari che suoneranno un unico, inedito, strumento. L’azione in cui Morbin vuole coinvolgere tutti è il parlare con se stessi, nel duplice aspetto dell’atto: quello serio e profondo della riflessione introspettiva e quello bizzarro e un po’ goffo del parlare da soli. Lo strumento a perdifiato, ideato dall’artista come un canale circolare d’ottone in cui il suono viaggia dalla bocca all’orecchio del performer, amplifica quello che quotidianamente facciamo senza pensarci: dialogare con noi stessi. Gli artisti italiani invitati: Bertozzi&Casoni, Francesco Candeloro, Simone Crestani, Arthur Duff, Angelo Formica, Piero Gilardi. Franco Ionda, Enrico Iuliano, Eva Marisaldi, Giovanni Morbin, Margherita Morgantin, Roberto Pugliese, Cristina Treppo, Dania Zanotto. Gli artisti cinesi invitati: Aniwar Mamat, Bu Hua, Chao Brothers, Cui Xiuwen, Geng Xue, Li Binyuan, Li Wei, Shang Yang, Tian Xiaolei, Yuan Gong. Con la partecipazione di ASLC Progetti per l’Arte, Galleria Bonelli e EGG Gallery.