Il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda e il vicepresidente della Provincia autonoma di Trento, hanno firmato un protocollo d’intesa con Fiat Chrysler, Crf-Centro ricerche Fiat e le regioni Piemonte, Campania e Abruzzo. L’obiettivo del programma, finanziato anche con risorse del Fondo per la crescita sostenibile del Mise-Ministero dello sviluppo economico, è “l’auto del futuro”, intelligente, sicura, digitale, a basso impatto ambientale (foto). In Trentino, nel Polo della Meccatronica di Rovereto verrà sviluppata la parte informatica, riguardante i sistemi di comunicazione e georeferenziazione l’auto “connessa”. La parte trentina dell’ambizioso programma, ribattezzata “VeGa”, prevede una spesa di 5,3 milioni di euro, di cui al massimo il 20% di parte provinciale. Il progetto prevede un importante coinvolgimento dei centri di ricerca e delle imprese trentine. “Siamo una delle quattro regioni italiane leader nel settore che partecipano a questo programma – sottolinea il vicepresidente della Provincia di Trento – La presenza del Trentino è dovuta innanzitutto al fatto che nel nostro territorio esiste da tempo un Centro ricerche Fiat e quindi una ‘tradizione’ di innovazione nel campo dell’automotive, in rete con gli altri centri di competenza nazionali. In una nota della Provincia è stato ricordato che il Trentino ha chiesto e ottenuto che le attività di ricerca e prototipazione di questa parte del programma venissero realizzate nel Polo della Meccatronica di Rovereto, che sta diventando sempre di più un punto di riferimento a livello nazionale per l’innovazione tecnologica. Il progetto ‘VeGa’, fortemente voluto da FCA Italy e Centro Ricerche CRF, lo rafforza ulteriormente. Infine, il Trentino consolida il suo ruolo di territorio pilota nel campo della mobilità sostenibile, sicura, intelligente. A partire dal 2018 avremo a Rovereto un nucleo di persone che si occuperanno della sperimentazione di veicoli digitali sui strade digitali, che potranno avvalersi di collaborazioni con imprese e start-up locali”. Sono quattro le linee di progetto indipendenti che verranno sviluppate nei siti piemontesi di Orbassano e Torino, di Pomigliano d’Arco (Napoli) e del Trentino (Polo Meccatronica di Rovereto): la prima è finalizzata allo sviluppo di tecnologie mirate al miglioramento dell’efficienza dei motori, la seconda è relativa alle nuove tecnologie per lo sviluppo delle architetture ibride, la terza è rivolta alle tecnologie di comunicazione per il veicolo connesso geo-localizzato e la quarta fa riferimento ad un processo di sviluppo prodotto e tecnologico totalmente digitalizzato. Questi progetti confermano la scelta strategica di voler rafforzare la presenza FCA in Italia e di investire nei Centri di Eccellenza e nella R&S, con ricadute positive per le Regioni ed il Sistema Paese, sia rispetto ai centri coinvolti direttamente nelle attività di Ricerca e Sviluppo, sia su tutti gli stabilimenti italiani, che dovranno industrializzare e produrre i nuovi modelli ed i sistemi di propulsione loro associati in base alle normative post 2020. Il protocollo d’intesa prevede un investimento complessivo in R&S pari a oltre 150 milioni di euro ed è teso a sostenere la competitività del settore automotive italiano che nel 2016 ha visto proseguire il trend positivo avviato nel 2015 per quanto riguarda la produzione di autoveicoli in Italia, cresciuto del 9%, per un totale di 1.103.000 unità. I volumi delle autovetture destinati all’estero rappresentano il 56% della produzione domestica. L’export, con oltre 716.000 autoveicoli, ha registrato una crescita del 5% nel 2016, agendo da traino sulla produzione italiana, insieme alla domanda interna: nel 2016, sono stati immatricolati nel nostro Paese 2,05 milioni di autoveicoli (+18,9% sul 2015). Per le autovetture, il mercato ha superato 1,82 milioni di unità vendute (+16%) mentre i veicoli commerciali hanno registrato un incremento del 51%. In questo contesto si inseriscono le attività del Gruppo FCA che ha 162 stabilimenti in tutto il mondo, un fatturato di 111 miliardi di euro e impiega circa 231 mila dipendenti di cui oltre 65 mila in Italia. Circa 20 mila addetti sono impegnati in attività di ricerca e sviluppo, con un investimento, nel 2016, di 4,2 miliardi euro. I Centri di ricerca in tutto il mondo sono 87. La firma del protocollo a Roma è coerente con le linee di politica industriale del Piano Nazionale Industria 4.0 varato dal Governo italiano, grazie al quale s’intende accompagnare e supportare gli investimenti a maggior contenuto tecnologico ed innovativo del sistema produttivo del Paese per cogliere le opportunità della cosiddetta “quarta rivoluzione industriale”, ovvero la trasformazione digitale del manifatturiero.