Rainbows è la nuova edizione del festival jazz, organizzato dall’Università Ca’ Foscari Venezia e da San Servolo srl., in programma dal 26 al 29 ottobre. Il titolo richiama i tanti colori musicali che il jazz oggi felicemente accorda e allo stesso tempo fa riferimento alla musica di Terry Riley, la cui presenza nel festival mette in dialogo l’“indeterminazione” della musica “sperimentale” con quella dell’improvvisazione jazzistica. Giovedì 26 ottobre (h 21.00) all’Auditorium di San Servolo si inaugura con The Claudia Quintet, uno dei gruppi più innovativi sulla scena di New York, fondato da John Hollenbeck, batterista e compositore nominato quattro volte ai Grammy Awards. Venerdì 27 ottobre (h 20.00) nell’Event Pavilion, lo spazio che il gruppo DFS ha dedicato alle arti e alla cultura all’interno di T Fondaco dei Tedeschi, sarà presentato un omaggio a Terry Riley. Si esibiranno i due gruppi studenteschi di Ca’ Foscari — Elettrofoscari e Unive Ensemble — che eseguiranno Olson III, oltre a qualche loro composizione. A seguire l’Ensemble Timegate, specializzato in esecuzioni di “minimal music”, interpreterà Rainbow in Curved Air, nel 50° anniversario dalla composizione, insieme a brani di Philip Glass. Sabato 28 ottobre doppio appuntamento: h 16.00 alla Fondazione Ugo e Olga Levi, il sassofonista britannico Evan Parker, protagonista della free improvisation, farà una propria performance al sax soprano e una conduction: una direzione in real time di un gruppo di musicisti per mezzo di segnali convenuti che lasciano e stimolano la libertà d’improvvisazione; h 21.00, all’Auditorium Santa Margherita sarà la volta del piano solo di Uri Caine. Domenica 29 ottobre, giornata finale con tre concerti: h 14.30, a Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna Eloisa Manera presenterà Rondine, composizione per violino ed elettronica; h 16.00, sempre a Ca’ Pesaro Fabrizio Ottaviucci al piano solo eseguirà musiche di Alvin Curran, Terry Riley e una sua improvvisazione.
Steve Lehman & Sélébéyone chiuderà il festival (h 21.00) all’Auditorium Santa Margherita con un progetto di ibridazione tra jazz e hip hop africano. In wolof, una delle sette lingue parlate in Senegal, il termine sélébéyone significa intersezione, incrocio, confluenza. Lehman ha deciso di intitolare così questo lavoro volendo indicare l’incontro, la fusione di mondi che si mischiano. Il Festival è realizzato con il patrocinio di Regione Veneto ed è inserito all’interno della programmazione “Le Città in Festa” del Comune di Venezia. È realizzato inoltre con la collaborazione di Fondazione di Venezia, Fondazione Ugo e Olga Levi Onlus, Fondazione Musei Civici di Venezia, T Fondaco dei Tedeschi – DFS , Beit Venezia – Casa della cultura ebraica, il Conservatorio di Musica “B. Marcello” di Venezia e, in qualità di media partner, Radio Ca’ Foscari. I concerti e gli incontri sono a ingresso libero.