Il Padova Jazz Festival si rinnova completamente per la sua ventunesima edizione, con oltre un mese di concerti dal 13 ottobre al 24 novembre, come reso noto durante la conferenza stampa. Uno sviluppo notevole rispetto al format classico della manifestazione, concentrato in una sola settimana. Nomi di spicco del jazz internazionale come Chick Corea, John Scofield (nella foto di Padova Jazz), Joe Lovano ed Enrico Rava, Pat Martino, Jazzmeia Horn, Francesco Cafiso saliranno sui palchi dei principali teatri (il Verdi e l’MPX) raggruppati in due weekend ad alto tasso spettacolare. Ci penseranno poi vari piccoli teatri e club (tra i quali lo storico Caffè Pedrocchi) a rendere ricca la proposta musicale del Padova Jazz Festival 2018, tra nomi ben affermati e giovani proposte, artisti statunitensi e italiani, esponenti del più classico swing e audaci modernisti. Il Padova Jazz Festival è organizzato dall’Associazione Culturale Miles, presieduta da Gabriella Piccolo Casiraghi, con il contributo dell’assessorato alla cultura del Comune di Padova e di Antenore Energia. Il festival si presenta alla città il 13 ottobre con la Magicaboola Brass Band che marcerà in centro storico per tutto il pomeriggio sino ad approdare alle Scuderie Di Palazzo Moroni, dove fornirà la colonna sonora per l’inaugurazione della mostra fotografica NYJS: New York Jazz Stories, con gli scatti che documentano un lungo soggiorno oltreoceano di Andrea Boccalini, uno dei maggiori fotografi contemporanei di jazz. E poi con un gala dinner con esibizione live della cantante Ada Montellanico il 19 ottobre presso lo stellato Ristorante La Montecchia. I primi grandi appuntamenti del Padova Jazz Festival 2018 si terranno al Teatro MPX. Il 26 ottobre, un nuovo progetto riporterà assieme, dopo più di venti anni, due star del jazz internazionale come il sassofonista Joe Lovano e il trombettista Enrico Rava. Li troveremo alla testa di un quintetto la cui ritmica rinsalda il dialogo USA-Italia, con Dezron Douglas, Gerald Cleaver e Giovanni Guidi. Il weekend con le stelle del jazz proseguirà il 27 con John Scofield, uno dei chitarristi più influenti degli ultimi quattro decenni, ferratissimo solista post-bop da sempre aperto alle seduzioni della fusion, il funky, il soul jazz. E la sua nuova band Combo 66 è appunto un versatile strumento per muoversi liberamente in territori stilistici aperti Il Teatro Verdi dal 22 novembre ospiterà le tre serate conclusive della kermesse musicale, a suon di nomi storici del jazz statunitense ma anche con uno stimolante abbinamento di giovani proposte. Riflettori ancora sulla chitarra il 22 novembre, con Pat Martino, una delle voci più rappresentative dell’ultimo scorcio degli anni Sessanta e poi di tutti i Settanta. Il 23 novembre il Verdi accoglierà un doppio spettacolo. La serata è riservata a Jazzmeia Horn, giovane cantante di Dallas balzata alle cronache jazzistiche nel 2015 grazie alla vittoria nella Thelonious Monk Institute International Jazz Competition, che ha rivelato all’improvviso il suo talento alla scena internazionale. A una delle più brillanti promesse emergenti del jazz made in USA seguirà un musicista italiano pressoché coetaneo e con già una lunga storia di successi planetari alle spalle: il sassofonista Francesco Cafiso. Le sue più recenti prove mostrano una personalità in via di continua crescita e ridefinizione. Tra queste si distingue per impegno produttivo il nonetto “We Play for Tips”. La serata finale del festival, sabato 24 novembre sempre al Verdi, sarà tutta per Chick Corea, un mito intramontabile del jazz moderno. A Padova, Corea si esibirà in piano solo, una dimensione nella quale lascia emergere la sua vena rapsodica, andando alla ricerca di stimoli insoliti per l’ispirazione musicale (anche coinvolgendo il pubblico in prima persona). Il Padova Jazz Festival 2018 troverà un prestigioso palco per la sua sezione di concerti in stile jazz club al Caffè Pedrocchi. Il sontuoso interno dello storico locale in pieno centro ospiterà ben nove concerti. Ampio spazio sarà riservato in novembre a nomi di spicco del jazz statunitense: da un colosso della pronuncia swing come il sassofonista Scott Hamilton (1 novembre), a un sassofonista dalla pronuncia intensa e moderna come Steve Wilson, il cui quartetto Wilsonian’s Grain con Uri Caine al pianoforte è un’abbagliante all stars (il 7). Il 21 e il 22 il festival proporrà il trio del pianista Spike Wilner (aperto all’intervento di ospiti a sorpresa): si riaccende il gemellaggio tra la manifestazione padovana e il celebre Smalls Jazz Club di New York. Sul fronte del jazz italiano, al Pedrocchi arriveranno un leader blasonato come il batterista Roberto Gatto (in quartetto, il 25 ottobre); gli esuberanti Licaones, con l’esplosiva front line composta da Mauro Ottolini al trombone e Francesco Bearzatti al sax (31 ottobre); il sassofonista Claudio Fasoli si esibirà il 15 novembre alla testa del suo Samadhi Quintet. Sono giovani, ma hanno già ben dimostrato la loro maturità artistica, il sassofonista Filippo Bianchini (in quartetto, l’8 novembre) e la cantante Chiara Pancaldi, che il 14 sarà accompagnata da due maestri come Kirk Lightsey (pianoforte) e Darryl Hall (contrabbasso). Il Porto Astra, infine, è lo spazio designato per i concerti del lunedì sera, con proposte insolite, stimolanti e giovani, come nel caso del Sidewalk Cat Quintet (22 ottobre), della cantante scozzese Emma Morton (il 29), della contrabbassista Rosa Brunello coi Los Fermentos (19 novembre). Il 12 novembre la competizione sarà avvincente con la “Battaglia… Sonora” tra la Wonderbrass Jazz Band e la Mestrino Dixieland Jass Band. Jazz a stile libero lunedì 5 novembre, con la band statunitense Irreversible Entanglements: il concerto, in collaborazione con il Centro d’Arte dell’Università di Padova, si terrà al Teatro Torresino. Sulla scia del successo riscosso nelle precedenti edizioni, i concerti principali del Padova Jazz Festival saranno affiancati dagli appuntamenti con musica dal vivo di Jazz@Bar, in numerosi locali del centro e della prima periferia. Non mancheranno poi le occasioni per apprezzare il jazz in altre forme: dalla letteratura (Claudio Sessa presenterà il libro Grande musica nera. Storia dell’Art Ensemble di Chicago di Paul Steinbeck, il 21 novembre al Caffè Pedrocchi) alla fotografia (con il workshop tenuto da Nicola Malaguti il 19 novembre) all’arte figurativa.