Ventitreesima edizione del Festival Galuppi. La manifestazione è in programma dall’11 settembre al 23 ottob. Ad aprire la rassegna domenica 11 settembre, alle ore 18, nella basilica di Torcello, un evento speciale: un concerto del Laboratorio Orchestrale di Venezia (Lov) che sarà ad ingresso libero, con invito che può essere ritirato nelle sedi Iat della città, e offerte libere a favore dell’Ail, l’associazione per la lotta alla leucemia. I concerti dedicati all’anno giubilare saranno quattro: quelli del 18 settembre (con musiche di Mozart) e del 24 settembre (con musiche di Handel) entrambe alle ore 20.30 nella Scuola Grande di san Rocco; quello del 1 ottobre, ore 20.30, nella chiesa di san Rocco (con musiche proprio di Galuppi, scritte durante il suo soggiorno in Russia); nonché quello del 23 ottobre, in Basilica di San Marco, alle ore 20.45, con musiche di Bach e Vivaldi, che concluderà l’intera rassegna e sarà ad invito.
Tre gli appuntamenti che si terranno alla Fenice, tutti con inizio alle ore 20: il 21 settembre (concerto del violinista Domenico Nordio); il 5 ottobre (per celebrare i 150 anni di relazioni diplomatiche tra Italia e Giappone) e il 12 ottobre (con l’Oficina Musicum Venetiae). E ancora il 16 ottobre, alle ore 20.30, alla Scuola Grande di san Rocco, il concerto con Sara Mingardo con la Camerata accademica del Conservatorio Pollini di Padova. La critica sul programma è questa: Galuppi non è stato ricordato nella sua isola di Burano. “Il Festival – ha osservato l’assessore comunale Paola Mar – non è solo un evento importante e ormai tradizionale per gli amanti della musica classica, ma anche un’occasione, con i suoi appuntamenti in programma in diversi spazi della città, per scoprire luoghi meno conosciuti di Venezia, e per questo sono particolarmente grata agli organizzatori”. “Ogni anno per noi – ha rilevato il direttore artistico Alessio Benedetelli – diventa sempre più difficile, visto la mancanza di fondi, realizzare un cartellone di alta qualità, ma anche questa volta, grazie all’aiuto degli sponsor, pensiamo di avere vinto questa sfida, riuscendo addirittura a proporre ben 10 eventi, due in più dello scorso anno. Tema conduttore dell’edizione 2016 del Festival sarà la ricorrenza giubilare, ricordando proprio che per secoli la musica è stata al servizio della Chiesa”. Per info: www.festivalgaluppi.it
Baldassarre Galuppi, detto il Buranello, compositore italiano (Burano,18 ottobre 1706 – Venezia, 3 gennaio 1785) compì i primi studi sotto la direzione del padre, che suonava il violino nel teatro locale. Compose giovanissimo l’opera La fede nell’incostanza ossia Gli amici rivali, rappresentata a Chioggia e Vicenza, e, spinto dall’insuccesso di tale opera a dedicarsi a seri studi, divenne l’allievo prediletto di Lotti, con cui studiò composizione e clavicembalo. Nel 1726 è a Firenze come clavicembalista della Pergola, al suo ritorno a Venezia il successo gli arride con Gli odi delusi dal sangue, scritti nel 1728 in collaborazione con G. B. Pescetti. Nel 1740 fu nominato maestro del coro dell’Ospedale dei Mendicanti, e nel 1741, si recò a Londra per allestirvi alcune opere in qualità di « compositore serio dell’opera italiana » al Teatro Haymarket. Tornato a Venezia, nel 1748 divenne vice-maestro e nel 1762 maestro di cappella in S. Marco e maestro del coro dell’Ospedale degli Incurabili. Nel 1765 Caterina di Russia ottenne dalle autorità veneziane il permesso del suo trasferimento a Pietroburgo; ivi rimase fino al 1768 come maestro di cappella della corte e compositore della comp. italiana. Tornato carico di onori e doni a Venezia, riassunse le cariche che aveva lascíato alla partenza e si dedicò soprattutto alla composizione di oratori per gli Incurabili e di musica sacra. Tra i compositori attivi verso la metà del Settecento, Galuppi fu forse quello di maggior successo, certamente il più significativo nell’Italia settentrionale. La sua abbondante produzione presenta, per la varietà dei generi trattati, tutti i più importanti aspetti dell’attività musicale del tempo e ne documenta con chiarezza le tendenze stilistiche. Inizialmente attivo in qualità di cembalista e maestro di cappella, tra i cui compiti vi era anche quello di rielaborare opere altrui. Con le sue opere serie Galuppi riscosse i più grossi successi negli anni ’50, quando esse erano rappresentate in quasi tutti i teatri più importanti. Intraprese numerosi viaggi, per curarne personalmente l’allestimento; è da sottolineare il fatto che evitò, per quanto si sappia, di andare a Napoli, sebbene scrivesse espressamente per il Teatro San Carlo alcune opere che, rappresentate, riscossero notevole successo. Grazie al suo ritmo produttivo eccezionalmente serrato, poté spesso presentare più opere nuove in una stessa stagione. Tipica può esser considerata la situazione del Carnevale 1749, quando egli abbandonò in tutta fretta Vienna, dove si era trattenuto per 5 o 6 mesi, poco innanzi alla prima del suo Artaserse, per allestire la Semiramide riconosciuta a Milano, dove ricevette perfino una particolare ricompensa per la “prestezza usata nella composizione della musica”.

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