Sono 24 sono le scuole elementari che hanno aderito al progetto “501 disegni a sei mani per 500 anni Veneziani”, dove 1500 bambini italiani, marocchini, tunisini e texani, attraverso un foglio a forma di mondo diviso in tre porzioni uguali, hanno potuto a turno disegnare luoghi di culto, paesaggi e autoritratti. La mostra è nel museo dell’Opera di Palazzo Ducale ed è visitabile fino al 5 novembre. I bambini hanno scritto messaggi di pace nelle loro rispettive lingue che poi sono stati tradotti dai carcerati degli istituti circondariali di Venezia e Trento. L’iniziativa è dell’Associazione “Venezia: Pesce di Pace”, di cui è responsabile la veneziana Nadia De Lazzari (foto). Il progetto vuol creare ponti ed abbattere le barriere ed ha preso avvio nel 1992 e da allora De Lazzari ha visitato circa 25 città tra Asia, Africa e Europa, portando messaggi di pace e amicizia. Nel catalogo c’è pure la prefazione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Durante la cerimonia-presentazione al Ducale numerose sono le autorità intervenute insieme a 700 studenti, ospitati dalla direttrice dei Musei Civici, Gabriella Belli. Un progetto che insegna a vedere con gli occhi del cuore anziché con quelli della diversità, abbattendo tutti i muri. Presenti anche il Patriarca Francesco Moraglia, il Rabbino Capo di Venezia, rav Scialom Bahbout, e l’Imam responsabile di Coreis Veneto, Yahya Abd al-Ahad Zanolo. Il Patriarca ha raccontato, rivolgendosi ai bambini, che “ogni sera negli ultimi giorni mi soffermavo a sfogliare il volume che racchiude i vostri lavori. Vi auguro fra 30 anni di sfogliare ancora questo libro perché il disegno non ha bisogno di traduttori, rivela il cuore di una persona”. Poi, il presule ha invitato alzare in piedi i bambini per leggere una frase di Anna Frank: “È un miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo”. Questa bambina, che aveva pochi anni in più di voi, è morta in un campo di concentramento. Voi bambini siete il nostro futuro. Cercate di essere gli apripista della speranza nella nostra società”, ha concluso il Patriarca, invitando a rispettare il prossimo e creare ponti di solidarietà. Il Rabbino ha raccontato ai bambini una storia significativa: un giorno una persona importante arrivò in una città e chiese chi fossero i difensori del luogo. Gli abitanti lo condussero da chi si occupava della sicurezza, ma questi disse che in realtà era la scuola il vero strumento difensivo; in sintesi, il Rabbino, ha detto che “la cultura serve a proteggere il mondo”. “Voi bambini siete come piccoli angeli – ha sostenuto l’Imam – siete riusciti a capovolgere qualcosa di negativo in qualcosa di positivo” (si è riferito all’insegnamento che i bambini hanno dato ai detenuti). Sono seguite le premiazioni ad ogni scuola partecipante è stata data una targa in vetro della scuola vetraria Abate Zanetti. Sono stati inoltre premiati i bambini che hanno realizzato il disegno più rappresentativo. Infine, ha parlato il sindaco, Luigi Brugnaro il quale ha sottolineato come la convivenza pacifica tra le persone nasce dal rispetto tra gli uni per gli altri, che è la base di tutto: ci vogliono lealtà e rispetto. Dite no al bullismo e aiutate i più deboli”.