Le Gallerie dell’Accademia dispongono da mesi di sette nuove sale, allestite nell’ala del convento dei Canonici Lateranensi disegnata da Andrea Palladio, che vanno ad aggiungersi alle cinque sale (questo fino al 27 gennaio 2017). Si tratta di un ulteriore, importante passo verso la realizzazione dell’ambizioso progetto delle Grandi Gallerie promosso dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Ciò è stato reso possibile grazie al sostegno di Venice International Foundation – Friends of Venice Italy, presiedute da Franca Coin, e di Venice in Peril, Fund London, presieduto da Jonathan Keates, nell’ambito del Programma congiunto Unesco – Comitati Privati Internazionali per la Salvaguardia di Venezia. Per scelta di Giulio Manieri Elia e Roberta Battaglia, che con la neo direttrice Paola Marini hanno ordinato scientificamente il percorso, le sette sale sono state destinate a ospitare i protagonisti dell’arte veneziana e veneta tra Sette e Ottocento. Il nuovo allestimento prende avvio con una sala dedicata agli artisti che, soggiornando a lungo alle corti europee, determinarono l’apertura internazionale della pittura veneziana del Settecento: dalle invenzioni mitologiche di Sebastiano Ricci e di Jacopo Amigoni, ai ritratti di Rosalba Carriera, la più celebre artista veneziana, alle vedute di Canaletto, Bellotto e Guardi. Le sale successive ripercorrono l’origine delle Gallerie che qui ebbero sede a partire dal 1808 e la cui storia rimase strettamente intrecciata a quella dell’Accademia di Belle Arti fino al 1882, quando avvenne la separazione tra l’istituzione museale e quella accademica con funzioni educative. In una sala sono stati raccolti i dipinti della seconda metà del Settecento facenti parte della prima dotazione patrimoniale dell’Accademia. Si tratta delle pièce de réception presentate dai pittori al momento del loro ingresso nell’istituzione; sono soggetti storico-allegorici e vedute scenografiche. Tra esse spiccano la Prospettiva con portico di Canaletto e l’Annunciazione di Giambattista Pittoni. Grande attenzione è stata rivolta alle opere di Antonio Canova (foto). Del grande maestro sono qui riunite i bozzetti e i gessi che giunsero entro la prima metà dell’Ottocento, in parte per dono diretto dello stesso artista e in parte per acquisto, specie su impulso di Leopoldo Cicognara, presidente dell’Accademia a partire dal 1808. Alle opere canoviane è riservata la luminosa galleria che si affaccia sul cortile e il celebre Tablino, capolavoro dell’intervento palladiano. In questo ambiente sono esposti, accanto alla cattedra in stile impero di Leopoldo Cicognara eseguita su disegno di Giuseppe Borsato, alcuni dei gessi più celebri di Canova, in dialogo tra loro e con l’architettura del Palladio. A un grande allievo dell’Accademia veneziana, Francesco Hayez, è dedicata un’intera sala: accanto alle opere giovanili, tra cui spicca il Rinaldo e Armida. Il progetto allestitivo è stato condotto da Tobia Scarpa che garantisce una continuità formale nell’ambito dell’importante progetto generale di restauro delle Grandi Gallerie dell’Accademia, codiretto da lui e Renata Codello. Info: press: Esseci, 049 663499; www.studioesseci.net, Email: gestione3@studioesseci.net

Lascia un commento