Nel 2019 si celebrano i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci. Tra le iniziative in programma quella organizzata nella città natale del genio. Dal 16 dicembre al 5 maggio 2019 villa Baronti-Pezzatini, storico edificio recentemente restaurato, a Vinci, ospita “Leonardo disegnato da Hollar”, primo degli eventi realizzati dalla Fondazione Pedretti dedicata a Carlo Pedretti, storico recentemente scomparso, grande studioso di Leonardo da Vinci e divulgatore della sua opera in Italia e nel mondo. Il boemo Wenceslaus Hollar (1617-1667) disegna Leonardo dal 1645 al 1666, su commissione di Lord Thomas Howard, XXI conte di Arundel, in almeno tre serie di incisioni pubblicate anche dopo la morte del nobile committente: in ciascuna serie propone una selezione di ritratti e teste grottesche della collezione dello stesso Arundel come parte integrante di un più ampio e ambizioso progetto editoriale. A curare l’esposizione di Vinci è Annalisa Perissa Torrini, che così la presenta a Francesca Boccaletto per il Bo Live, il giornale web dell’ateneo di Padova: “La mostra propone la visione al pubblico di una serie di 31 incisioni di proprietà di Carlo Pedretti ed ora della Fondazione che prende il suo nome e quello della moglie Rossana, opere che non sono mai state esposte prima d’ora. Si tratta di un’opportunità unica di conoscere le opere del più noto incisore boemo del Seicento, Wenceslaus Hollar. È la prima mostra in Italia dedicata a sue stampe ed è anche la prima volta che viene instaurato un confronto tra le incisioni e i disegni da cui derivano. In particolare, saranno esposti accanto, ad esemplare confronto, due disegni di Leonardo della Biblioteca Ambrosiana di Milano e la relativa incisione e due disegni di Francesco Melzi, prestati dalla Belt Library di Los Angeles, mai esposti prima in Italia, e da Hollar ritenuti opere di Leonardo: vicine sono poste le incisioni da essi derivate, ad ulteriore documentazione della stretta relazione tra i disegni e le incisioni. Confermata anche dalla continuità delle riproduzioni a stampa dai disegni nell’esposizione del volume settecentesco di Caylus”. Quale Leonardo emerge dunque dalle incisioni di Hollar?”Un Leonardo più intimo, quello che affida alla penna e alla carta i suoi pensieri più reconditi, nell’esercitazione grafica, che è solo per lui, dove esprime con resa fulminea il susseguirsi incessante delle sue idee: sul carattere umano che traspare dal volto, sulle emozioni che si riflettono sui muscoli, sulle rughe, sulla forma delle ossa e della pelle dei visi. Che studia anche con scientifica attenzione e competenza anatomica, come in quei stupendi crani che Hollar incide. La scelta della sede espositiva rispecchia quella fatta a suo tempo da Carlo e Rossana Pedretti che, pur lavorando all’Ucla di Los Angeles per quasi cinquant’anni, hanno voluto la loro residenza a Castel Vitoni a pochi chilometri da Vinci. La nuova sede espositiva sarà ancora più vicina al paese natale di Leonardo, proprio nel cuore del centro storico”. Cosa resta oggi del genio di Leonardo? Quali tracce nella contemporaneità? “Resta una forte eredità artistica e culturale che trova il massimo esempio nella fama del celeberrimo disegno detto Uomo Vitruviano, assurto a simbolo della civiltà occidentale, espressione di perfezione assoluta e di quell’armonia di cui l’uomo contemporaneo è ancora alla ricerca, riflesso di bellezza universale. Nel centro di Vinci giganteggia la scultura lignea di quell’uomo perfetto, che ritroviamo quotidianamente nella moneta da 1 euro e in moltissime altre riproduzioni di ogni tipo”. Foto Bo Live, UnPd: Wenceslao Hollar, “Tre profili virili di varie età” (1645).