È stata presentata alla stampa la mostra di Osvaldo Licini, a cura di Luca Massimo Barbero, allestita negli spazi espositivi della Collezione Peggy Guggenheim dal 22 settembre al 14 gennaio, 2019. La direttrice Karole Vail ha salutato i giornalisti e ospiti presenti, introducendo al pubblico l’esposizione e ringraziando il curatore per questo prezioso omaggio a Osvaldo Licini (1894 – 1958), personaggio chiave della scena artistica italiana della prima metà del XX secolo. “Licini è un poeta della pittura”: così ha esordito Barbero nel suo racconto di questa attesissima mostra a cui ha lavorato per anni, “un pittore segreto, che chiuso nel suo paese natio, Monte Vidon Corrado, ha saputo guardare attraverso la natura, attraverso quei colli già resi celebri dai versi di Giacomo Leopardi, creando una pittura che è poesia”. Undici sale e novantotto opere ripercorrono la vicenda artistica di Licini, dirompente quanto tormentata, dal 1913 al 1958, anno in cui fu insignito del Gran Premio per la pittura alla XXIX Biennale di Venezia, e della sua prematura scomparsa. Dalla prima fase figurativa degli anni ’20 si passa all’astrattismo degli anni ’30 fino ad approdare ai quei misteriosi personaggi sognanti, l’Olandese volante, l’Amalassunta e l’Angelo ribelle degli anni ’40 / ’50. Così Barbero ha cercato di “tessere lo sguardo dell’osservatore intorno alle opere dell’artista marchigiano, che con le sue molteplici sfaccettature, è stato un cristallo puro della pittura italiana del ‘900”. Info: press@guggenheim-venice.it