“Gli anni della pittura analitica”, dal 28 maggio al 25 giugno, in mostra al Palazzo della Gran Guardia di Verona. Tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta, in Europa ma soprattutto in Italia, molti artisti non abbandonarono il campo e tentarono, ancora una volta, di rifondare la disciplina pittorica ripartendo da una sorta di «grado zero». Era nata la Pittura Analitica. E a Verona si celebrano i protagonisti italiani di questa tendenza, con opere degli anni Settanta, in un allestimento rigoroso ma avvicinabile anche dal grande pubblico. Carlo Battaglia, Enzo Cacciola, Paolo Cotani, Marco Gastini, Giorgio Griffa, Riccardo Guarneri, Claudio Olivieri, Elio Marchegiani, Carmengloria pittori Morales, Pino Pinelli, Lucio Pozzi, Claudio Verna e Gianfranco Zappettini sono i selezionati dal curatore Alberto Rigoni. Temi come il colore, il supporto, il materiale, il processo di lavoro, lo spazio pittorico, furono affrontati da un variegato ma interessantissimo gruppo di artisti, dei quali a Verona si possono ammirare alcuni capolavori. Negli anni Settanta, colore, telaio e tela tornarono ad essere quello che erano sempre stati, cioè strumenti indispensabili della forma espressiva pittorica. Preceduto negli Stati Uniti da ricerche affini ma dai differenti presupposti, questo comune sentire ebbe in Europa il suo terreno di sviluppo. L’Italia fu epicentro di tal; rinascita. Questa esperienza salì su tutti i palcoscenici internazionali dedicati all’arte contemporanea: dal Museo d’Arte Moderna di Parigi alla Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino, dalla Biennale di Venezia a Documenta di Kassel, senza contare numerose e prestigiose gallerie private; i “pittori analitici” furono per alcuni anni al centro dell’attenzione di critica, pubblico e mercato. Poi, tra la fine del decennio e l’inizio degli Anni Ottanta la Spontane Malerei in Germania e la Transavanguardia in Italia riportarono la figurazione a un ambiente artistico internazionale di nuovo pronto ad apprezzare la pittura. Da qualche anno si è avviata una vera riscoperta della Pittura Analitica. Musei, fondazioni, gallerie pubbliche e private allestiscono con sempre maggiore frequenza esposizioni dedicate a uno o più aspetti di quel vasto panorama e sono stati effettuati diversi tentativi di sistematizzazione. La mostra di Verona, promossa dalla Fondazione Zappettini per l’arte contemporanea, in collaborazione con Ferrarin Arte, ambisce a essere un’esposizione definitiva, che segni un punto fermo nella riscoperta storica e critica della Pittura Analitica. Le opere esposte, appartenenti agli anni Settanta, proporranno al visitatore uno sguardo sì approfondito sul lavoro di ciascun artista, ma soprattutto una visione d’insieme che renda palese la vicinanza delle ricerche degli artisti stessi. La mostra ha anche una sezione parallela, dedicata al Triveneto e curata da Michele Beraldo, ospitata negli stessi giorni a Palazzo Bottagisio di Villafranca di Verona dove espongono i principali artisti triveneti che nel corso degli anni Settanta hanno operato con rigore e incrociato i propri percorsi con la corrente della Pittura Analitica, come l’istriano Paolo Patelli; Aldo Schmid, che assieme a Mauro Cappelletti e il Gruppo di Astrazione oggettiva è stato tra i più originali artisti trentini del Novecento capace di coniugare arte e metodologia scientifica nello studio del colore; e infine, il portogruarese Pope e la veneziana Arabella Giorgi, rappresentanti della nuova astrazione.
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