Sono tutte aperte le mostre d’arte anche nelle prossime Festività, tra Veneto e Friuli. Alcune fresche di inaugurazione, altre ormai giunte a fine percorso. Tutte decisamente interessanti ed originali. A Jesolo in questo periodo invernale propone, allo Spazio Aquiliea 123, “Egitto. Dei, faraoni, uomini “ (sino al 15 settembre). Spettacolo e rigore scientifico sono i due punti di forza di questa grande mostra che non teme di fare del racconto e dell’emozione la sua cifra. Senza alcun timore di “unire il sacro al profano”, accanto alle teche blindate che accolgono i reperti concessi dal Museo del Cairo e da altri musei di mezzo mondo, saranno proposte fedeli riproduzioni, scenografie e sofisticate installazioni tecnologiche, a comporre un ricco itinerario scientificamente inappuntabile e intelligentemente coinvolgente. A Venezia, alla Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro, “Memoria e Progetto Guido Strazza per cà d’Oro”, sino all’8 aprile. Cosa unisce un grande artista d’oggi – Guido Strazza – al Barone Franchetti, l’uomo che un secolo fa donò allo Stato la Ca’ d’Oro e tutti i suoi magnifici tesori? La generosità innanzitutto, visto che anche l’artista romano ha voluto donare un importantissimo nucleo di sue opere al Museo veneziano. Poi la passione – comune a Strazza come a Franchetti – per i “marmorari” medievali e le loro sapienti, affascinanti creazioni. Di questo da conto la mostra, conducendo il visitatore, all’interno di un sottile gioco di assonanze, ad ammirare gli antichi “marmi” della Ca’ d’Oro e le creazioni dell’artista A Padova, nel Palazzo del Monte di Pietà, “Rivoluzione Galileo”. L’arte incontra la scienza” (sino al 18 marzo). Dai ricordi scolastici di ciascuno di noi,è  lo scienziato per eccellenza. Nella realtà storica, uno straordinario rivoluzionario. Poiché dopo Galileo nulla fu come prima. Una mostra rivela l’uomo Galileo nelle molteplici sfaccettature: scienziato, grande prosatore, virtuoso musicista, artista e critico d’arte; dal Galileo imprenditore al Galileo produttore di vini; dal Galileo rivoluzionario e anticonformista al dramma dell’abiura. Ma soprattutto l’uomo che amplia i confini della conoscenza e muta il rapporto degli artisti con la Natura del cielo. La mostra indaga i confini dello spazio, la sua narrazione, da Leonardo e Dürer fino ad Anish Kapoor, in un grande viaggio nell’arte moderna. Per alcuni sarà come scoprire realmente Galileo, e tre secoli d’arte, per la prima volta. A Rovigo, al Roverella, “Ssecessione. Monaco Vienna Praga Roma. L’onda della modernità” (sino al 21 gennaio). Per la prima volta in mostra un panorama complessivo delle vicende storico-artistiche dei quattro principali centri in cui si svilupparono le Secessioni: Monaco, Vienna, Praga e Roma. Evidenziando differenze, affinità e tangenze dei diversi linguaggi espressivi nel primo vero scambio culturale europeo. Basti pensare a Gustav Klimt e ad Egon Schiele che esposero alle mostre della Secessione Romana o a Segantini che partecipò alle annuali mostre viennesi Ancora a Rovigo, ma in Palazzo Roncale, “ I capolavori dei Concordi” (sino al 21 gennaio). La Pinacoteca dei Concordi approda a Palazzo Roncale. Qui ambienti fastosi, con i loro preziosi arredi, accolgono le opere della Pinacoteca. Si tratta di una raccolta d’arte importantissima, che racchiude in sé alcuni capolavori dei grandi maestri della pittura italiana: dal gotico, a Bellini e ai belliniani, dai Fiamminghi al Cinquecento veneto, dai pittori della realtà, dalla pittura di paesaggio ai pitocchi, arrivando ai ritratti e ai pittori della Venezia del Seicento. Tra le opere esposte al Roncale è possibile ammirare il celebre “Ritratto di Antonio Riccobono” di Giambattista Tiepolo, la “Madonna con il Bambino” e il “Cristo porta croce” di Giovani Bellini e opere insigni di Piazzetta, Pittoni, Palma il Vecchio, Luca Carlevarijs.
A Treviso, negli spazi Bomben, Fondazione Benetton Studi Ricerche, “Lotterie lotto, slot machines. L’azzardo del sorteggio: storia dei giochi di fortuna” (chiude il 14 gennaio). Una mostra ricca di stimoli, suggestioni, testimonianze, che vuole presentare in modo facile e gradevole la complessità di un fenomeno sempre di straordinario rilievo nella vita delle società. E oggi accentuato dagli strumenti attuali del possibile azzardo: dalle lotterie istantanee a quelle via internet, dal gratta e vinci alla roulette televisiva – moderni eredi delle puntate su chi doveva essere eletto alla guida della città o alla funzione pontificia –, fino alla schedina del totocalcio (che oggi pare arcaica), e ad altre pratiche in continua evoluzione. E, ancora a Treviso ma al Museo Nazionale Collezione Salce, “ Illustri persuasioniI tra le due Guerre” (sino al 14 gennaio). In questa nuova mostra del Museo Salce, il focus è posto sugli autori dei manifesti. Riconoscendo loro il ruolo e la virtuosità di abili “persuasori”. I loro sono anni in cui la “propaganda” assume un ruolo ufficiale e nella grafica raggiunge livelli di straordinaria eccellenza. Sono i decenni in cui nel vecchio Continente, ma non solo, si affinano gli strumenti della “comunicazione di massa”. In mostra, un centinaio di magnifiche testimonianze dell’arte pubblicitaria tra la prima e la seconda guerra mondiale, dal 1920 al 1940.
A Castelfranco Veneto, al Museo Casa Giorgione e in altre sedi, “Le trame di Giorgione”, a tutto il  4 marzo.  In Giorgione nulla è veramente ciò che sembra. Questa grande mostra dipana le “Trame” della sua pittura. Ed è solo la tappa d’avvio per un viaggio nel linguaggio nascosto delle vesti che vengono, mai a caso, indossate per essere eternati dai ritratti. Tre secoli di grande storia dell’arte e del costume, dal Giorgione al Tiepolo, passando per Tiziani e tanti diversi protagonisti della storia dell’arte veneta. A Vicenza, alla Basilica Palladiana, la mostra più visitata del momento: “Van Gogh. Tra il grano e il cielo”, sino all’8 aprile. Oltre 120 opere, tra dipinti e disegni. Un tema attentamente focalizzato, un filo conduttore di grande suggestione: le lettere scritte dal pittore. Goldin torna in Basilica con una monografica su Vincent Van Gogh quale non la si era mai vista non solo in Italia.  Stessa sede e stesse date per “Un canto dolente d’amore. Marco Goldin, Matteo Massagrande, Vincent van Gogh”. “Nella scorsa primavera, mentre mettevo mano a uno spettacolo teatrale sulla storia di Van Gogh, afferma Marco Goldin, ho scritto il breve monologo che l’attore che impersonerà Vincent sul palcoscenico reciterà sotto un ultimo albero della vita, accanto a un ultimo campo di grano. Gli ho dato come titolo Canto dolente d’amore (l’ultimo giorno di Van Gogh). Tempo dopo averlo scritto, ho provato il desiderio che un pittore potesse non illustrarne alcune scene, ma traendovi spunto, desse loro una temperatura insieme d’anima e di colore. Allora ho chiamato un artista che stimo molto, Matteo Massagrande…”. Ancora a Vicenza, al Palladio Museum, raffinato appuntamento con “Tiepolo segreto”. Il Palladio Museum si è arricchito di un eccezionale patrimonio d’arte: sette straordinari strappi d’affreschi di Giandomenico Tiepolo (1727-1804), che interpretano la scena dell’Olimpico di Palladio. Da oltre cinquant’anni anni erano conservati nel palazzo dei proprietari che li salvarono dalle distruzioni belliche. Oggi gli eredi, Camillo e Giovanni Franco, li hanno destinati al Palladio Museum. Che, con questo importante arricchimento, conferma ulteriormente la sua vocazione a Museo della Città. In occasione della mostra, per ampliare l’opportunità di conoscenza del grande artista veneto, il Palladio Museum e Villa Valmarana ai Nani offrono una reciproca riduzione sui biglietti d’ingresso: Giambattista dipinse gli affreschi “Olimpici” vent’anni dopo aver affrescato villa Valmarana, per il figlio del suo primo committente. Dal Veneto al vicino Friuli, per due appuntamenti di notevole interesse sia artistico che storico. Ad Udine, in Castello, sino al 7 gennaio, “L’offensiva di carta. La Grande Guerra illustrata, dalla collezione Luxardo al fumetto contemporaneo”. Dopo Caporetto, partì la grande controffensiva che portò alla Vittoria del 1918. Fatta con cannoni, fucili e aerei, certo. Ma è un’altra, non meno efficace, Offensiva che questa mostra illustra. Quella combattuta sotto la regia dell’Ufficio Propaganda, fatta di manifesti, parole d’ordine e soprattutto di immagini. Destinata a giovani soldati spesso analfabeti. Immagini che portano le firme di ragazzi al fronte, alcuni dei quali – come il caporale De Chirico o i soldati Carrà, Sironi e Soffici – destinati a diventare artisti celebri. E a Gorizia, in Palazzo Attems Petzenstein (sino al 25 marzo), “La rivoluzione russa. Da Djagilev all’Astrattismo (1898-1922)”. Alle ore 10 del 25 ottobre 1917, Lenin proclamò il rovesciamento del Governo e il passaggio del potere al Comitato militare-rivoluzionario. Quel momento passò alla storia come la “Rivoluzione di Ottobre”. Ma un’altra, e non meno importante, Rivoluzione Russa era già in atto da tempo e si esprimeva nel campo della cultura e delle arti, trasformando vecchi canoni espressivi, imponendone di nuovi. Nulla sarà più come prima nel teatro, nella musica, nel balletto, nella fotografia e sopratutto nelle arti figurative. Come racconta questa originale mostra, in Palazzo Attems Petzenstein . Nove belle città, 13 straordinari appuntamenti. Altrettante occasioni per farsi, e fare, un originale e stimolante regalo natalizio o dell’Anno Nuovo all’insegna dell’arte e della cultura. Info: www.studioesseci.net

 

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