I lunghi anni trascorsi, le dispersioni, i furti, cui si devono aggiungere l’indifferenza ed i vandalismi, hanno quasi completamente distrutto o disperso un patrimonio d’arte unico al mondo: le sculture in terracotta rinascimentali del territorio padovano. Ma qualcosa di prezioso e significativo è rimasto e il Museo Diocesano di Padova, insieme all’Ufficio beni culturali, al termine di una intensa, partecipata campagna di recupero, studi, ricerche e restauri, sostenuti anche dalla campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi “Mi sta a cuore”, riescono ora a riunire nelle Gallerie del Palazzo vescovile di Padova, sede espositiva del Museo, dal 15 febbraio al 2 giugno, una ventina di terrecotte rinascimentali del territorio, orgogliosa testimonianza delle migliaia che popolavano chiese, sacelli, capitelli, conventi e grandi abbazie di una Diocesi che spazia tra le province di Padova, Vicenza, Treviso, Belluno e venezia. Perche’una diffusione tanto capillare della scultura in terracotta proprio in questo territorio? La ragione, a giudizio di Andrea Nante, direttore del Museo Diocesano e coordinatore del prestigiosissimo comitato scientifico della mostra A nostra immagine. La scultura in terracotta del Rinascimento. DA Donatello a Riccio, va individuata nella presenza prolungata e molto attiva, a Padova, a ridosso della Basilica di Sant’Antonio, della bottega di Donatello e, dopo di lui, di Bartolomeo Bellano, Giovanni De Fondulis e Andrea Riccio. Questi artisti creavano capolavori in pietra, marmo, bronzo, ma anche nella più umile (e meno costosa) terracotta comunque sempre opere preziose ed espressive, e quindi molto richieste. In queste fucine venivano alla luce grandi scene di gruppo, come i Compianti, ma anche piccole ma raffinate Madonne con il Bambino o immagini di Santi per devozione familiare, di dimensioni ridotte ma spesso di grande qualità. La mostra, quasi per campione, accoglie esempi emozionanti di queste variegate produzioni artistiche distribuite nel territorio, non meno pregiate di altre sculture in terracotta che saranno prestate per l’occasione da alcuni Musei nazionali e internazionali.
lVerrà ricomposto il Compianto di Andrea Riccio, oggi diviso tra la chiesa padovana di San Canziano e i Musei Civici di Padova.Poi, in aggiuntao alcuni inediti, tra cui una Madonna con il Bambino salvata da una clarissa dopo la soppressione del Convento padovano di Santa Chiara in età napoleonica, custodita fino a poco tempo fa nella clausura del Monastero della Visitazione in Padova, e ora restituita al suo aspetto originario da un importante restauro. Per la prima volta esposti, in una suggestiva installazione, i frammenti superstiti di una Deposizione, gravemente danneggiata nel bombardamento della chiesa di San Benedetto dell’11 marzo 1944. La mostra è il frutto di un lungo lavoro di studio che parte dall’esperienza di restauro di alcune di queste opere, nell’ambito del progetto Mi sta a cuore: “Un progetto che ha visto la partecipazione di moltissime persone, che in occasioni diverse hanno dato il loro fattivo contributo ai restauri, e nello stesso tempo hanno imparato a conoscere da vicino e ad amare un patrimonio spesso trascurato e poco valorizzato”. Informazioni: Museo Diocesano Padova, 049 652855 / 049 8761924 www.museodiocesanopadova.it
Ufficio Stampa: Esseci, 049 663499 gestione3@studioesseci.net. Diocesi Padova, Uff. Stampa,049 8771757 ufficiostampa@diocesipadova.it (pf Esseci).
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