Fin dal primo giorno di apertura,oggi 14 maggio, code di visitatori per entrare al museo Bailo di Treviso per la mostra su Canova e Treviso, che restera’aperta fino al 25 settembre.
Canova e Treviso: una relazione tanto profonda quanto inedita. “Nato trevigiano”, a Possagno, è a Treviso che nacque il suo ‘mito’ e la riscoperta critica della sua opera. Già a partire dalla leggenda del bambino prodigio che, in casa Falier ad Asolo, inventò su due piedi una scultura a forma di leone da un pezzo di burro per sopperire a una mancanza durante un banchetto, messa in circolo a Treviso nel 1803.”Il nuovo corso del Museo Bailo non poteva che passare attraverso la celebrazione del genio trevigiano per eccellenza, Antonio Canova, che nel mondo è sinonimo di armonia e bellezza”, le parole del sindaco Mario Conte. “Ritengo che questa mostra sia quanto di più bello potesse offrire Treviso in questo percorso di valorizzazione e internazionalizzazione. I capolavori del Canova, ma anche la bellezza della sede espositiva, rappresentano tutto questo ma soprattutto la volontà della nostra Città di essere un punto di riferimento per il territorio ma anche un polo culturale importante, dove l’arte trova luoghi e contesti per esprimersi. Ringraziamo tutte le realtà che hanno voluto sposare questo progetto e accompagnarci sia nel progetto di restauro del Bailo sia nell’organizzazione di questa mostra, che vuole essere “Gloria” ma anche orgoglio e trevigianità perché è proprio a Treviso che nacque Canova da grande scultore divenne mito “. Così l’assessore ai Beni Culturali Lavinia Colonna Preti: “siamo particolarmente orgogliosi, tenuto conto del periodo difficile per la cultura da cui proveniamo, di essere riusciti a produrre una grande mostra trevigiana nell’anima e quindi radicata nel territorio, ma anche di respiro internazionale, coerentemente con il nostro programma quadriennale, grazie a importanti opere del genio Canova e alla prima cartoon 3D animation realizzata in un museo italiano, che unisce l’arte fisica a quella digitale. Un altro motivo di particolare orgoglio risiede nel fatto che l’esposizione è stata realizzata dal magnifico staff dei Musei Civici, in particolare ringrazio il Direttore Fabrizio Malachin, che negli ultimi anni è cresciuto veramente tanto, sia come competenze che come professionalità, riuscendo a regalare alla Città una mostra di grande qualità, originalità e di alto valore scientifico”.Treviso fu prima nelle celebrazioni dopo la morte: nel 1823 commissionò la realizzazione di un busto a Luigi Zandomeneghi e un componimento musicale al miglior musicista, Gioachino Rossini, per onorarne la memoria (queste musiche accompagneranno il visitatore in mostra). E ancora, quando nel dopoguerra ancora certa critica disprezzava Canova, Luigi Coletti rispondeva con la prima grande mostra monografica. Per capirne la portata basti pensare che, era il 1957, secondo centenario della nascita, e quella trevigiana fu l’unica mostra in Italia a indagare criticamente tutta l’opera dello scultore, distinguendo una produzione ‘stilistica’ da quella ‘poetica’ dove si poteva, a “ben ascoltare, sentire l’annuncio romantico”. Sono parole di Luigi Coletti tratte dall’inedito discorso pronunciato durante l’inaugurazione.
Da questa valorizzazione prende le mosse la mostra “Canova gloria trevigiana: dalla bellezza classica all’annuncio romantico”, a cura di Fabrizio Malachin, Giuseppe Pavanello e Nico Stringa, una esposizione che sembra completare – si legge in una nota – una sorta di trilogia come quelle recenti di Napoli (che indagava il rapporto con l’antico) e Roma (la bellezza): Canova e la bellezza dell’antico, ma anche Canova come straordinario contemporaneo annunciatore romantico. (ph Esseci).

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