“Ospiti fuori dal Comune” e’ il ciclo di mostre dossier promosse dai Musei Civici del comune di Verona e dedicato a capolavori in prestito da collezioni di istituzioni italiane ed estere che vengono presentati per un lungo periodo nei percorsi espositivi dei musei cittadini. “Una rete di collaborazione condivisa tra istituzioni sulla base di contenuti volti alla valorizzazione dei patrimoni museali e alla sostenibilità delle attività dei musei. A maggior ragione lo è oggi, per superare l’emergenza che il nostro Paese sta attraversando” dichiara l’assessore alla cultura Francesca Briani.“Ospiti fuori dal Comune è un progetto molto apprezzato dal pubblico – afferma il Direttore dei Musei Civici Francesca Rossi – perché si concentra di volta in volta rigorosamente sulla scelta di un’opera che rivela legami significativi con temi e contenuti distintivi del ricco patrimonio delle collezioni dei musei veronesi, o con il contesto storico della città e del territorio”.
La collaborazione con Gallerie d’Italia in questa occasione ci ha permesso di acquisire temporaneamente la straordinaria opera di Umberto Boccioni intitolata le Tre Donne, proveniente dalle collezioni di Intesa Sanpaolo e per la prima volta esposto a Verona, arricchendo una sezione specifica della nostra collezione d’arte moderna.
La concessione è avvenuta grazie a consolidate relazioni di collaborazione interistituzionali; il Museo di Castelvecchio ha accordato il prestito di due opere di Giambattista Tiepolo: l’imponente olio su tela intitolato Eliodoro e l’alto sacerdote Onia – che nel percorso museale di Castelvecchio campeggia in Sala Avena dedicata al ‘700 – e un disegno (gessetto nero e bianco su carta cerulea filigranata) Accademia di nudo virile che insieme all’omonima sanguigna a firma di Louis Dorigny completeranno l’esposizione dedicata a Tiepolo alle Gallerie d’Italia a Milano, visitabile dal 30 ottobre 2020 al 21 marzo 2021. L’opera di Boccioni, contestualizzata in una parte della terza sala espositiva della collezione storica della Galleria d’Arte Moderna Achille Forti e appositamente riallestita, consente di creare approfondimenti mirati e di offrire al pubblico la possibilità di vedere un percorso di visita rinnovato della galleria civica.Il capolavoro di Umberto Boccioni, fu presentato dall’artista alla Permanente di Milano nel luglio 1910, poco dopo la firma del primo manifesto futurista. Filippo Tommaso Marinetti vide in questo ritratto di straordinaria qualità pittorica il primissimo tentativo per “superare l’Impressionismo, solidificarlo e determinare le luminosità”.La singolare iconografia del triplo ritratto familiare è dedicata a tre donne che hanno segnato nel profondo gli affetti del pittore: l’amatissima madre Cecilia Forlani,la sorella Amelia e l’amica intima Ines. Le tre figure, soprattutto la madre, furono riprese più volte dall’artista nella fase pre-futurista. Nella grande tela Tre donne i raggi provengono da una finestra, di cui si può intuire la presenza nella parte sinistra dell’immagine, e intessono con pennellate allungate le tre figure. La luce, usata fino a quell’epoca per costruire i corpi, sembra ora smaterializzarli, annunciando la compenetrazione tra figura e ambiente che contraddistinguerà i successivi ritratti futuristi. Il quadro è riconosciuto come un’opera chiave dell’artista al passaggio da un divisionismo alimentato dagli esempi di Giacomo Balla e Gaetano Previati allo stile futurista. La stesura stratificata delle pennellate filamentose riflette in particolare il legame con il Divisionismo di Previati, maestro ferrarese verso il quale il giovane artista nutrì una profonda stima e un’autentica venerazione dal suo arrivo a Milano, nell’autunno 1907. All’epoca della genesi di Tre donne, la monumentale Maternità di Previati del 1890-1891 – esposta nella sala precedente per gentile concessione del Banco BPM – costituiva un punto di riferimento insuperato per gli esperimenti tecnici che affascinavano il giovane Umberto Boccioni. L’artista e’
nato a Reggio Calabria da genitori romagnoli, Boccioni ha soggiornato in diverse città – Padova, Catania e Roma – al seguito del padre, impiegato statale. Nella capitale ha studiato disegno presso un cartellonista romano e alla Scuola libera del nudo dell’Accademia. Fondamentale è la conoscenza di Giacomo Balla, artista che lo ha introdotto. a una personale concezione del Divisionismo, (variazioni luminose attraverso lunghe pennellate oblique).Boccioni nel 1906 ha viaggiato attraversso l’Europa. Rientrato in Italia, dopo un intermezzo a Venezia, nel 1907 si stabilisce a Milano. I primi anni milanesi sono adombrati dalla difficoltà economica e dalla sofferta introspezione alla ricerca di un’arte nuova in grado di corrispondere al tempo presente. Il 1910 è l’anno della svolta in cui conosce Filippo Tommaso Marinetti, autore del testo Le Futurisme e convinto sostenitore della rivoluzione delle arti in linea con gli sviluppi della modernità. info: press e ph di Esseci, 049663499 gestione3@studioesseci.net. ufficio stampa Comune Verona 045 8077358 – ufficiostampa@comune.verona.it