Alla Galleria internazionale d’Arte moderna di Ca’ Pesaro presentazione della mostra “Arshile Gorky 1904 – 1948”, la prima retrospettiva italiana sull’artista americano di origini armene, curata da Gabriella Belli, direttore della Fondazione Musei Civici di Venezia, e da Edith Devaney della Royal Academy of Arts di Londra. All’incontro presenti anche la presidente del Muve, Mariacristina Gribaudi, la nipote dell’artista,Saskia Spender – che ha contribuito alla realizzazione del catalogo – e il sindaco di Venezia. La mostra, che comprende 80 opere, permette di esplorare l’opera di Gorky in tutta la sua portata: grazie alla collaborazione con The Arshile Gorky Foundation – che ha fornito, tra l’altro, prezioso materiale d’archivio essenziale per capire quali eventi hanno avuto maggiore impatto nella sua vita – e con la sua famiglia, è possibile ammirare pezzi raramente esposti al pubblico. L’esposizione si avvale di numerosi prestiti museali provenienti dalla National Gallery of Art, nonché dall’Hirshhorn Museum and Sculpture Garden di Washington, dalla Tate Modern di Londra, dal Centre Pompidou di Parigi, dal Whitney Museum of American Art di New York, dall’Albright-Knox Art Gallery di Buffalo, dalla Calouste Gulbenkian Foundation di Lisbona e dalla Diocesi della Chiesa Armena Americana di New York. “Il Muve sempre più punta sulle relazioni internazionali – ha affermato Gribaudi, dopo aver ringraziato quanti hanno contribuito all’allestimento dell’esposizione – che permettono di realizzare mostre che hanno un rilievo non solo in Italia, ma anche all’estero. Perché portare Gorky a Venezia – ha poi continuato Belli -: si tratta di un’esposizione che si inserisce nella strategia della Fondazione di esplorare zone inedite della storia dell’arte, per illuminarne parti poco conosciute. Il Muve investe in esposizioni che servono per l’avanzamento degli studi nel campo della storia dell’arte”. Belli ha ricordato anche che fu proprio da Venezia, con la prima Biennale del dopoguerra nel 1948 e con l’edizione del 1963, che Gorky venne fatto conoscere in Italia: “Ecco perché era un progetto che inseguivamo da anni”. “Questa mostra – ha dichiarato il sindaco, facendo riferimento al progetto “Muve contemporaneo”, giunto alla sua quarta edizione – fa parte di una serie di esposizioni che stiamo allestendo nei Musei Civici dedicate all’arte contemporanea. Ne abbiamo aperta giusto una al Museo del Vetro di Murano e seguiranno altre inaugurazioni nei prossimi giorni. I nostri tempi impongono riflessioni importanti, ma offrono anche occasioni che vogliamo cercare di raccontare. Qui al Museo di Arte Moderna raccontiamo ad esempio la storia di un artista morto giovane, ad appena 44 anni, poco conosciuto in Italia. E’ una scommessa. D’altra parte l’arte contemporanea prende spunto e viene contaminata da grandi persone che magari, come Gorky, sono scappate da situazioni eccessive. Da situazioni difficili, di emergenza, possono nascere nuove idee, nuovi talenti. In periodi così complicati come quelli che stiamo vivendo possiamo far nascere nuove opportunità, nuove idee, nuovi giovani”. L’esposizione apre al pubblico giovedì 9 maggio e termina il 22 settembre. (foto Venezia live).

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