Una medicina non ufficiale espressa dai libri dei “segreti” e dalle loro ricette che ricordano le pozioni delle streghe. Una produzione libraria esibita insieme ad altri testi antichi, nel contesto più ampio della storia della medicina e della farmacologia: è quanto tratta la mostra virtuale Medicamenta, frutto del lavoro del dipartimento di Scienze del farmaco dell’università di Padova e del Centro di ateneo per le Biblioteche. La collezione di libri antichi, di argomento medico e farmacologico, fu donata nel corso degli anni Venti del Novecento dall’Orto Botanico di Padova al neonato Istituto di Farmacologia, che dal 1919 aveva ereditato il secolo e mezzo di storia del Gabinetto di Materia medica. Negli edifici del giardino botanico era necessario trovare nuovi spazi da adibire alla ricerca e alla didattica, per questo in quella sede rimasero solo le opere di botanica. Proprio per valorizzare un patrimonio librario tanto prezioso, “veri e propri tesori, spesso poco conosciuti o addirittura dimenticati”, ha sottolineato Eugenio Ragazzi, docente di farmacologia e farmacognosia all’università di Padova e referente scientifico, nasce l’idea della mostra virtuale. La mostra Medicamenta prosegue l’impegno del Centro di Ateneo per le Biblioteche nella valorizzazione delle collezioni presenti all’università di Padova, attraverso l’impiego delle moderne tecnologie e delle risorse sviluppate dall’Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane (il software open source Movio). Finora sono state realizzate mostre virtuali sulle tavole parietali del dipartimento di Biologia (La bellezza della biodiversità) e sulle collezioni fotografiche provenienti dall’università di Padova, dall’università Ca’ Foscari e dallo IUAV di Venezia. Sono stati esibiti i volumi illustrati di maggior pregio conservati nella biblioteca dell’Orto botanico ne L’illustrazione botanica. Il “visitatore” può scegliere il percorso che più lo incuriosisce dato che i testi, con oltre 350 immagini, sono raccolti sulla base di linee tematiche individuate per l’interesse che ancora possono suscitare anche in chi è estraneo alla materia. L’argomento è sviluppato in un testo pubblicato sul giornale Il Bo dell’ateneo. Nella prima sezione (“Medicina”), una linea del tempo permette di scorrere a volo d’uccello le tappe principali della medicina antica, dalle rappresentazioni mitologiche ai grandi classici, Ippocrate e Galeno, dalle conquiste dell’anatomia rinascimentale, fino alle acquisizioni seicentesche della fisiologia e agli sviluppi della clinica nel Settecento. Dopo i ricettari della medicina non ufficiale, i libri antichi scelti per la mostra virtuale espongono anche atteggiamenti e rimedi storici contro le grandi epidemie di peste, sifilide e vaiolo. Si può scorrere l’opera di Fracastoro del 1530, che diede il nome alla sifilide con un racconto mitologico in cui la malattia è una punizione di Apollo contro la presunzione del pastore Syphilus; oppure si possono osservare le illustrazioni colorate dell’opera di Jenner che nel 1796 introdusse il vaccino contro il vaiolo. La parte dedicata al termalismo riproduce le belle tavole del De balneis, un’antologia veneziana del 1553 degli scritti antichi sull’argomento, compresi quelli sulle terme euganee di Bartolomeo da Montagnana o di Jacopo Dondi dall’Orologio. Le illustrazioni anatomiche fanno spettacolo del corpo, in particolare con l’atteggiamento barocco della meraviglia, espresso con la fantasiosa diversità dei cosiddetti “mostri”. La seconda sezione della mostra (“Farmacia”) indaga storia, ingredienti, tecniche e ricette per la cura delle malattie. Si parte dalle abilità tecniche dei grandi distillatori arabi, accolte e sviluppate dalla scuola medica salernitana, si passa per la svolta scientifica del Rinascimento, per approdare all’avvento della chimica dal Seicento in poi. Il visitatore potrà imparare come veniva concepita un tempo la professione del farmacista, attraverso indicazioni storiche, normative, di preparazione culturale ed etiche: secondo un testo di metà Trecento, ad esempio, il farmacista non deve essere troppo giovane, arrogante o vanitoso, né donnaiolo, ma si consiglia anzi che sia sposato. Deve astenersi dal gioco, dal vino, dalle feste, essere una persona studiosa, onesta e timorata di Dio. Non deve speculare sul prezzo, non somministrare, né per amore, né per timore, né per denaro, medicine abortive o velenose, non fare sofisticazioni. Infine non poteva mancare una parte dedicata alla teriaca, che fu per secoli la regina dei rimedi, un antiveleno con origini che si perdono nella storia leggendaria di Mitridate Re del Ponto. L’ultima sezione della mostra virtuale è pensata per i più piccoli, ma anche per gli adulti che vogliano divertirsi a colorare immagini con qualche secolo di vita: è disponibile infatti un album che raccoglie una selezione di illustrazioni tratte da testi antichi.