Una immagine di scena del film "Looking for Oum Kuthum". ANSA/UFFICIO STAMPA +++EDITORIAL USE ONLY - NO SALES+++

Sulla cantante egiziana Oum Kulthum (1900-1975) divenuta un’icona del mondo arabo e non solo, tanto che al suo funerale furono presenti quattro milioni di persone, ha dedicato un film Shirin Neshat dal titolo: Looking for Oum Kuthum, coprodotto dall’italiana Vivo Film e presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, alle “Giornate degli Autori”. La pellicola  vuol essere un viaggio intimo tra la storia, i dubbi e i problemi di una regista iraniana contemporanea (Neda Rahmanian), impegnata nelle riprese di un film su Oum Kulthum, a sguardi sul mistero della cantante egiziana (interpretata da Yasmin Raeis, foto) che, come ha detto Shoja Azari, si è sposata cinque volte, e va  precisato  che una parte del pubblico sospettava fosse lesbo”. Shirin Neshat, parlando del suo lavoro, ha ricordato di aver sempre raccontato le donne intrecciandone le vicende alla realtà politica, come ho fatto ad esempio nel mio primo film, “Donne senza uomini”, che ha trattato il colpo di stato in Iran del 1953. “Oum Kulthum si è sempre impegnata per sostenere il suo popolo, una cosa che ne ha aumentato rispetto nel pubblico: è un personaggio che anche oggi è amato incondizionatamente, dagli arabi come dagli israeliani,e resta un fenomeno unico”. Nel film l’artista è indicata come il prodotto di una società che è stata cosmopolita. Va ricordato che le donne hanno votato prima in Egitto che in molti paesi europei – ha precisato Shoja Azari. Infine, ha precisato: “il mondo arabo viene oggi percepito come integralmente permeato dal fondamentalismo, ma questo rappresenta per me, rispetto alla complessa storia della società mediorientale, un fenomeno piccolo che non durerà. E’ un peccato che si parli solo di questo aspetto rispetto alla cultura araba”.

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