Ai Weiwei, 60 anni, è l’artista cinese (foto Ansa) che più rappresenta la condizione di straniamento che può vivere un migrante. Alla Mostra del cinema di Venezia (30/8-9/9) è stato scelto il suo primo film documentario “Human Flow” (Marea umana) per il concorso di Venezia 74. Ai Weiwei, paladino per i diritti umani, lo ha realizzato all’isola greca di Lesbo. La ‘marea umana’ è quella dell’impressionante crisi globale dei profughi che ha ha conosciuto a Lesbo, ma poi li ha cercati nel corso di due anni in 23 nazioni, tra Grecia, Bangladesh, Kenya, Gaza e la frontiera messico-americana; egli ha detto che ha voluto filmare una condizione umana allucinante che vede oggi più di 65 milioni di sfollati. Ai Weiwei attualmente vive a Berlino ed è un migrante di fatto anche lui, lontano dalla Cina. Le autorità di Pechino,come ha ricordato l’artista, lo hanno ostacolato in ogni modo, arrestandolo, sottraendogli anni fa la possibilità di viaggiare, ‘confinandolo’ nello studio a Pechino e che ora, a passaporto restituito, lo obbliga a vivere all’estero.