Il genovese Gian Marco Moratti (foto) è morto a 82 anni in seguito a malattia; era il marito dell’ex sindaca di Milano Letizia Brichetto Arnaboldi Moratti. Sarà sepolto a San Patrignano. La comunità di recupero per tossicodipendenti lo ricorda perchè è stato uno dei suoi fondatori; la cerimonia funebre il 27 febbraio. Padre di quattro figli (Angelo, Francesca, Gilda e Gabriele), Gian Marco Moratti si era laureato in giurisprudenza all’università di Catania e in passato era stato anche a capo dell’Unione petrolifera, oltre che membro dei CdA del Corriere della Sera e della Banca nazionale del lavoro. Gian Marco Moratti attraverso la sua accomandita deteneva il 25% del gruppo petrolifero Saras che ha sede in Sardegna: quota iscritta nel bilancio d’accomandita a un valore complessivo di 49,92 milioni di euro a fronte di un controvalore di mercato attuale di 435,27 milioni (plusvalenza latente di 385 milioni). Il restante 25% della quota di controllo è detenuto dalla Sapa del fratello minore Massimo. A Piazza Affari, dopo l’annuncio della morte del petroliere, come pubblicato da MF e altri giornali economici, il titolo Saras è in volo sulle ali della speculazione di un possibile riassetto in termini industriali e azionari. E se a metà del 2013 l’alleato era stato trovato nel colosso russo Rosneft, ora non vi sono altri soci di spicco e di peso nell’azionariato della società di raffinazione dopo l’uscita datata gennaio 2017 dello stesso big russo. Dall’ultimo bilancio, quello al 30 giugno 2017, approvato lo scorso 12 ottobre, emerge che l’accomandita di Gian Marco disponeva di un patrimonio netto di 162,93 milioni, con immobilizzazione finanziarie per 76,88 milioni (la gran parte riferibili alla quota detenuta in Saras ), disponibilità liquide per 37,5 milioni e altre attività diversificate per un ulteriore tranche di 48,42 milioni. In tutto l’attivo della Sapa ammonta a 163,2 milioni. Grazie ai proventi (oltre 23 milioni) incassati a titolo di dividendo da Saras (l’anno precedente ne aveva garatiti oltre 40 milioni), la Sapa ha chiuso il bilancio con un utile di 24,97 milioni, tutto lasciato a riserva. Sta di fatto, come è opinione generale tra gli imprenditori e mondo eco-finanzario, che Moratti è stato un industriale solido e dotato di un taglio manageriale di prim’ordine e il suo acume per gli affari gli ha consentito di essere presente in varie società in salute; solo più avanti la famiglia potrà verificare i beni e le sostanze economiche che ha lasciato. Da ricordare che Gian Marco Moratti, consigliere del gruppo Pharma Bracco, era anche azionista di controllo (85,53%) della immobiliare Securfin Holdings, gestita dalla moglie Letizia Moratti (14,47%) che è stata oggetto di una recente scissione definita per razionalizzare parte del patrimonio di proprietà che ammontava a 50 milioni. Moratti inoltre aveva rilevato il 25% della società d’abbligliamento Redemption lanciata qualche anno fa dal figlio Gabriele per promuovere una linea di moda ispirata ai bikers. Un marchio trasformato nel corso degli ultimi due anni da linea pret-à-porter a brand dell’haute couture, tanto che dal 2017 organizza sfilate anche a Parigi. Però l’ultimo bilancio depositato di Redemption relativo all’esercizio 2016, si è chiuso con un fatturato di 413 mila euro e una perdita di 5,25 milioni; per aumentre il capitale sociale della società è entrato in azione Gian Marco Moratti. Perché se lo scorso 5 febbraio l’azienda di moda aveva lanciato una ricapitalizzazione di 3,7 milioni, proprio il 20 febbraio il presidente di Saras ha sottoscritto, fa presente ancora MF, l’aumento per 2,8 milioni rilevando il 25% e affiancando la Stella Holding del figlio Gabriele. Infine, va aggiunto che tra le eredità che il presidente del gruppo petrolifero ha lasciato ai parenti anche la Società Agricola Castello di Cicognola (Oltrepo Pavese), gestita assieme alla moglie Letizia e all’enologo Riccardo Cotarella.

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