La moda, da sempre ispirata dalla fantasia dei creatori (del nord, del centro o del sud), detta sempre la linea tendenziale all’abbigliamento e spesso travalica la normalità. Comunque è una spinta garbata ma che azzarda, manda messaggi, pure di eccentricità, ma con stile. S’ispira anche al passato. Non ci sono stagioni in cui non emergono colori, proposte e stili che conquistano, ogni volta, il gusto di chi ama vestire bene o con capi di lusso ma pure con quelli più accesibili, comunque sempre carichi di quelnonsoche che intriga, desta stupore, cattura, esplode, avvicina e innesca amori e invidie, sprigiona pettegolezzi ed esalta spesso tendenze che sorpassano il proporsi del vero uomo maschio per avvicinarlo, con malizia, a gusti più ricercati, quasi a voler conquistare l’attenzione del rivale, e dominarlo. E inoltre proposte omosex, perchè la màlia non è più riservata ai capi femminili, ma anche a quelli maschili. Firenze, capitale delle collezioni alla Fortezza da basso, sta dando in queste giornate di sfilate ed eventi (9-12 gennaio) il meglio della estrosità del settore. A Pitti Uomo ci sono 1.230 attori. Sono tutti i marchi presenti a questa edizione del salone per l’abbigliamento maschile internazionale, 541 sono stranieri (il 44% del “cast”) e 227 tra nomi nuovi e rientri. Tra le novità 2018, ha fatto scattare simpatie e condivisioni del gusto il loock che ricalca l’abbigliamento dei gangster anni Venti: cappello in stile borsalino, panciotto dal color sgargiante, giacca e pantalone non scuri o a tinta unita – l’azzurro sta destando molto interesse tra stilisti, creatori, top manager di casa di moda e tanti operatori, anche stranieri – e a completare l’uomo-gangster – che emana evidenti messaggi di eccentricità – anche il sigaro in bocca all’indossatore che sfoggia barbe e baffi arricciati. Poi, tra le proposte azzardate c’è l’accessorio vistoso, definito importantissimo per le prossime stagioni. A Firenze, tra le proposte, quella da pescatore nordeuropeo: pantaloni rigirati fino alla caviglia o salpette di jeans e cappotti slargati e cappello inclinato. E alla domanda che ruolo hanno i fashion film nel mercato della moda di oggi? Pitti ha risposto con il tema di questa edizione, Pitti Live Movie, che ha trasformato il piazzale centrale della Fortezza da Basso in una grande cinema all’aperto, decorata da billboard e locandine curate dall’art director Sergio Colantuoni e immagini del digital art project che affianca la campagna pubblicitaria, con la poduzione e regia di Senio Zapruder e produzione e musiche di Benedetta Di Domenico e David Costa. Non solo cinema, anche lo sport con il debutto di Athlovers, il nuovo progetto in collaborazione con lo storico lanificio biellese “Reda” che coinvolge quattro marchi che fondono moda e sport. Quest’anno i due Guest Designer di Pitti vengono entrambi dal Giappone: la Stazione Leopolda l’11 gennaio ospita le sfilate per l’Autunno/Inverno 2018/2019 di Undercover di Jun Takahashi, che torna a Pitti Uomo dopo nove anni, e di Takahiromiyashitat, che presenta per la prima volta le sue collezioni fuori dalla sua terra natale. Poi, nella vivacità del Pitti, ci sono i nuovi talenti. Special Project e Pitti Italics, ospitano due designer italiani: Dorian Stefano Tarantini di M1992, nuova denominazione di Malibu 1992, e il vincitore di Who’s on next? e Uomo 2017 Luca Magliano con il suo brand MaglianoLa pianta dei nuovi talenti di Pitti si snoda tra Finlandia, Corea del Sud e Giappone.  Per la cronaca la cerimonia ufficiale del 9/1 si è tenuta presso la nuova sede della Camera di Commercio fiorentina, tra le autorità  i presidenti dell’ente camerale e di Pitti Immagine, il sindaco di Firenze Dario Nardella, e il ministro allo sviluppo economico Carlo Calenda il quale, a margine dell’inuagurazione, he detto: “Il tavolo della moda va avanti? Io penso e spero proprio di sì. Una delle cose che abbiamo innovato profondamente insieme alle associazioni è quella di costruire un sistema più compatto in un settore che cambia rapidissimamente e che quindi deve anche reinventarsi”.

 

 

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