A Beira, in Mozambico, dal 20 al 27 giugno, è il periodo in cui i vescovi di Vicenza mons. Beniamino Pizziol e mons. Pieratonio Pavanello di Adria – Rovigo (che condivide lo stesso progetto di collaborazione missionaria) faranno visita ai preti fidei donum in terra africana, don Maurizio Bolzon e don Davide Vivian (diocesi di Vicenza) e don Giuseppe Mazzocco (diocesi Adria- Rovigo). Lo hanno annunciato i due presuli e la notizia è stata publicata sui rispettivi settimanali diocesani. I due vescovi sono accompagnati dal direttore dell’Ufficio missionario di Vicenza don Arrigo Grendele. Per mons. Pizziol è la prima volta in Mozambico è questo avviene in occasione dei suoi 10 anni di episcopato. In occasione di questa trasferta tanti sono gli incontri programmati per conoscere le persone di quelle comunità e visitare alcuni luoghi significativi. Dapprima i vescovi Pizziol e Pavanello hanno una riunione con il vescovo di Beira, Claudio Dalla Zuanna con il quale condivideranno più momenti. È stato, infatti, il vescovo Dalla Zuanna ad affidare ai tre preti fidei donum, con responsabilità differenti, due unità pastorali nell’immediata periferia della città di Beira. Pizziol e Pavanello hanno in programma di visitare la comunità della Pia Società San Gaetano a Mafambisse e delle Suore Orsoline della Comunità di Dondo e di Beira e un incontro con il saveriano vicentino p. Cesare Reghelin. È previsto anche un evento culturale e di fraternità con i vari missionari veneti che lavorano a Beira. Nel corso delle giornate di permanenza dedicheranno anche del tempo per incontrare ammalati, gruppi di catechesi e gruppi di confirmandi. Va ricordato, tra i vari impegni che vengono chiesti ai fedeli delle due diocesi, quello della adozione a distanza. Come non far presente che ci sono tanti bambini di strada, ragazzi lavoratori, bambini soldato, bambini abbandonati, violentati, denutriti, bambini senza casa e senza affetti, bambini impossibilitati ad andare a scuola. L’elenco potrebbe continuare a lungo, perché purtroppo sono sempre più numerosi nel mondo i piccoli derubati fin dalla nascita dei loro diritti fondamentali. Anche la famiglia è spesso un diritto negato a molti bambini. Accanto a questa tragica realtà ne esiste però anche un’altra, spesso nascosta, ma non meno vera: quella di tante persone che, pur con possibilità limitate, fanno qualcosa per offrire ai bambini una possibilità di speranza e di futuro. L’adozione a distanza come scritto da più parti, offre a tutti, giovani e adulti, famiglie e comunità, gruppi di amici, classi di scuola o colleghi d’ufficio, la possibilità di inserirsi in questa silenziosa catena di solidarietà, contribuendo ad offrire ad un bambino dei Paesi del Sud del mondo una infanzia più serena e una nuova speranza di vita. L’adozione a distanza non è un’adozione vera, perché tra la famiglia italiana e il bambino o ragazzo adottato non si stabilisce alcun legame giuridico e il bambino non viene sradicato dalla sua terra e dalla sua cultura. Le donazioni sostengono strutture di accoglienza dove i bambini possono ricevere cibo, assistenza sanitaria, formazione scolastica Il contatto tra le famiglie adottanti e i bambini coinvolti nel progetto avviene attraverso i missionari che sono in collegamento con l’Ufficio Missionario diocesano. I missionari garantiscono la validità del progetto e il buon funzionamento, e periodicamente ne danno informazione attraverso notizie e foto. Nella foto della “Voce dei Berici”, da sin, don Davide Vivian e don Maurizio Bolzon, fidi bonum vicentini in Mozambico, assieme a don Giuseppe Mazzocco di Rovigo.