In Veneto ci sono 1265 minori in situazione di disagio allontanati dalle loro famiglie d’origine e affidati, su istanza dei servizi sociali o con provvedimenti della magistratura minorile, a famiglie selezionate che li accolgono temporaneamente. La Regione Veneto ha destinato oltre 5 milioni di euro del Fondo per le politiche sociali a contributi per le famiglie affidatarie. Nel dettaglio, la somma stanziata ammonta a 5.100.908 euro, che vengono assegnati a Comuni e Ulss per contribuire, con un assegno sino a 500 euro al mese (pari alla minima Inps), alle spese sostenute nell’esercizio pregresso dai nuclei familiari affidatari. La misura economica del contributo mensile rappresenta una forma sostegno pubblico alle famiglie affidatarie, che potrà aiutare a dare continuità alle esperienze familiari già in atto o in cantiere. L’affido è una delle forme di sostegno della genitorialità e di prevenzione dell’istituzionalizzazione: il Veneto, da quest’anno, aderisce al progetto nazionale Pippi (programma di interventi per la prevenzione dell’istituzionalizzazione) che mira a ridurre – attraverso interventi educativi, servizi, reti sociali e famiglie di appoggio ai genitori più vulnerabili – i rischi di allontanamento del bambino o del ragazzo dal nucleo di origine e a facilitare i processi di riunificazione familiare. “L’affido rappresenta una alternativa alla comunità – ha spiegato l’assessore veneto al sociale – che la Regione intende sostenere, in quanto aiuta i bambini e ai ragazzi a rimanere in un contesto familiare ed è esperienza di solidarietà tra famiglie. Certo, non è una scelta semplice e facilmente replicabile, soprattutto in tempi di crisi economica e di fragilità delle reti familiari. Intendo promuovere, a breve, una ricognizione a 360 gradi sull’esperienza delle comunità per minori e sui vari servizi di protezione destinati ai minori, compreso l’affido, per verificarne efficacia e sostenibilità”.