«Ritengo illusorio e non confacente con la realtà pensare di risolvere, oggi, la questione epocale dei migranti costruendo barriere fisiche alla nostra frontiera orientale che, pure, certamente va controllata e “regolata”». Lo detto il Patriarca di Venezia a proposito dell’ipotesi, di cui si va parlando, in particolare da parte del ministro dell’interno Salvini, di realizzazione di un muro ai confini con la Slovenia. «La risposta alla tragedia umana di interi popoli – ha proseguito Francesco Moraglia – non può essere quella dei “muri”, ma quella della politica. Una politica che, una buona volta, voglia affrontare tale vicenda senza pregiudizi ideologici o ingenuo buonismo ma con realismo. Accogliere chi si trova nello “status” di migrante o rifugiato è un dovere e un principio fondamentale, riconosciuto dalla nostra Costituzione (art. 10) e dalla Convenzione di Ginevra. Oggi, però, nessun Paese è in grado di rispondere da solo. Ecco, allora, l’appello veramente pressante – e che dovrebbe trovare tutti coesi – alla politica europea e mondiale perché attivi a livello planetario una sorta di “piano Marshall”. La politica europea, in particolare, deve trovare responsabilità, lucidità, volontà e modalità condivise, uscendo da angusti schemi e schieramenti, per regolamentare un fenomeno che tocca in modo universale non solo l’Italia ma l’intero continente europeo. All’interno di questa ineludibile azione politica l’opera del volontariato è necessaria per arrivare a dare risposte all’altezza della grande emergenza-migrazioni e parlo di un volontariato autenticamente ispirato da grandi valori e non strumentalizzabile. L’impegno di tutti – a livello personale e sociale – è garantire una integrazione reale, vera, dal volto umano, creando un contesto favorevole e culturalmente “attrezzato”». Il testo di mons.Moraglia e’stato pubblicato sul sett.diocesano GV. Il Patriarca Francesco – che e’presidente della Conferenza episcopale del Triveneto (Cet) ha concluso: «Di fronte a tali questioni ci accomuna il compito urgente – per chi ha responsabilità politiche, culturali, sociali, ecclesiali – di saper affrontare tali situazioni con intelligenza e cuore, senza fuggire i problemi, nel rispetto di tutti, di chi accoglie e di chi è accolto, e garantendo a tutti, nessuno escluso, legalità e sicurezza. Questo dobbiamo perseguire, in Italia e in Europa, sapendo guardare oltre gli interessi particolari”. (foto GV).

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