Ca’ Foscari sviluppa da tempo un’intensa attività di ricerca archeologica nel Sud del Caucaso, o meglio in stati quali la Georgia, l’Armenia e l’Azerbaigian. Si tratta di una missione attiva dal 2009 e guidata dalla professoressa Elena Rova, in collaborazione con il Museo Nazionale Georgiano, che si propone di indagare le culture pre- e proto-storiche nella regione di Shida Kartli, in Georgia. Finora sono stati scavati ben quattro siti, raggiungendo, tramite un approccio multidisciplinare e tecniche di microarcheologia, risultati che hanno portato, nell’ultima campagna del 2017, allo studio del lotto più numeroso di sepolture rinvenute in Georgia della cultura di Kura Araxes, sviluppatasi tra i due fiumi Kura e Araxes, da cui prende il nome, dalla fine del IV all’inizio del III millennio a.C., come informa Valentina Gennaro sul magazine dell’ateneo. I successi raggiunti sono stati oggetto di diverse attività di divulgazione di portata internazionale. Il convegno del 2013 “At the Northern Frontier of Near Easter Archeology” che ha messo in evidenza il ruolo della Transcaucasia nell’Età del Bronzo come area di contatto tra il nord del Vicino Oriente e il Caucaso settentrionale, e il workshop dello scorso anno “Georgia and Armenia: new perspective on the archeology of the northern Caucasus”, a cui hanno partecipato ricercatori di diversa provenienza, dall’Armenia all’Italia, dalla Germania alla Georgia, fino a Israele. Ca’ Foscari vanta altri due progetti di ricerca in queste zone, in particolare, in Armenia il Dragon Stones Archaeological Project diretto dall’archeologa e ricercatrice Alessandra Gilibert, e in Georgia altre attività di scavo e ricognizione condotte dal professor Paolo Biagi. L’obiettivo dell’impegno cafoscarino nell’area, spiega il testo della Gennaro, è rivalutarne il ruolo durante il periodo preistorico e preclassico come zona di crocevia per le regioni confinanti. L’ateneo veneziano offre una grande possibilità di sviluppo e crescita in questa linea di ricerca, sia per la presenza di una forte tradizione di studio delle lingue del Caucaso, sia per la presenza di fondi librari molto importanti che favoriscono lo studio e la ricerca. Inoltre, il lavoro in queste zone ha permesso di instaurare diversi rapporti tra le università coinvolte portando ad uno sviluppo dell’offerta didattica che offre agli studenti cafoscarini la possibilità di usufruire, oltre che del già esistente scambio overseas con la Georgia, di un più recente accordo Erasmus + e ICM con quest’ultima, ma anche con l’Azerbaijan e l’Armenia, permettendo anche ai docenti di fare ricerca ed insegnare in qualità di visiting professor. Lo scambio sta prendendo piede sia tra gli studenti che tra i docenti: quest’anno, infatti, Ca’ Foscari ha ospitato le lezioni del professor Vakhtang Licheli, della Tbilisi State University, che trattavano la storia antica e l’archeologia della Georgia e del Caucaso. Le attività di sviluppo e divulgazione non si rivolgono soltanto all’ambiente accademico: la missione in Georgia ha sviluppato con l’ambasciata italiana a Tbilisi e in collaborazione con associazioni no-profit italiane e georgiane una serie di iniziative interessanti e innovative, come la creazione di due fumetti che raccontano i risultati degli scavi di Natsargora e Aradetis Orgora, scritti in Italiano e Georgiano, distribuiti in alcune scuole georgiane e nel nostro paese, e di un cartone animato sulle missioni italiane in Georgia, in corso di ideazione da parte di un ex cafoscarino. Per non parlare delle attività organizzate in occasione della Notte dei Ricercatori: giochi come il Memory o Il gioco dell’oca personalizzati con contenuti riguardanti le missioni, laboratori didattici per la creazione di repliche di antiche spade, e altro.