Stare al fianco di chi è più debole e solo come gli 1,5 milioni di anziani che in Italia vivono senza nessuno e senza relazioni sociali. E’ questo, sottolinea Uecoop l’Unione europea delle cooperative, uno dei passaggi più importanti del discorso di Capodanno con il quale il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato a tutti la necessità di sentirsi parte della stessa comunità, aiutando chi ha bisogno come fanno realtà sociali e cooperative e come hanno fatto quei carabinieri che la sera di Natale sono andati a trovare una signora sola che li aveva chiamati per avere un po’ di compagnia. “Siamo grati al Capo dello Stato per aver evidenziato da una parte un problema reale e dall’altro la capacità dell’Italia, in tante sue forme e rappresentanze, di dare risposta ai bisogni che emergono dalle fasce più deboli della società. Solidarietà è una delle prime parole della Costituzione, la troviamo subito nell’articolo 2, e riguarda direttamente anche le persone sole che proprio nella solidarietà altrui possono trovare conforto e sostegno. Il Presidente della Repubblica ha colto anche in questa occasione un tema centrale del vivere insieme, lo ringraziamo per il suo forte senso della comunità nel quale Uecoop si riconosce” evidenzia Gherardo Colombo, ex pm di Mani Pulite e Presidente di Uecoop. In questo contesto diventa fondamentale – sottolinea Uecoop – l’opera di sostegno e assistenza portata avanti dalle organizzazioni di volontariato, dai servizi sociali dei comuni, dalle cooperative di assistenza e solidarietà che si occupano di seguire le persone che non hanno più legami e contatti con parenti o amici e che sono tra le fasce sociali più a rischio. Anche perché – rileva Uecoop – la solitudine, i problemi della salute tipici dell’età avanzata, la ridotta capacità economica, la morte degli amici, l’inattività, sono alcuni dei fattori che possono portare gli anziani alla depressione, soprattutto fra gli uomini sopra gli 85 anni, secondo la Società nazionale medica interdisciplinare cure primarie. In Italia – afferma Uecoop – esiste una rete pubblico privata che fornisce assistenza e compagnia puntando sia sull’associazionismo e sulle cooperative, sia sulle relazioni di vicinato nei quartieri e nei condomini. A incidere sulla crescita della solitudine sono anche, ma non solo, le precarie condizioni economiche di una fascia sempre più ampia di popolazione composta da 5 milioni di poveri che non si possono permettere di spendere in viaggi e utilizzo del tempo libero. Una situazione che riguarda molti anziani considerato che in Italia – sottolinea Uecoop – ci sono oltre 4 milioni di pensionati che prendono meno di 750 euro al mese e un terzo di loro non arriva neppure a 500 euro al mese. In questo contesto con la popolazione over 65 destinata ad aumentare a 20 milioni entro il 2050 – rileva Uecoop – la gestione della terza età diventa un punto fondamentale del welfare pubblico e privato, con la necessità di un sempre maggiore coinvolgimento delle oltre 9.700 cooperative sociali e di assistenza che operano sul territorio nazionale. (foto d’arch.).

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