Convegno a Padova sul ruolo dell’Istruzione Tecnica Superiore e il mercato del lavoro. Gli Istituti Tecnici Superiori, che in Veneto hanno assunto rilevanza strategica nel panorama dell’istruzione orientata al mondo dell’occupazione, sono la rampa di lancio per under 20 che optano per un mestiere pratico, a stretto contatto con la realtà delle imprese. “Alla luce di progetti di successo come quello denominato “Garanzia Giovani” che permettono l’inserimento più veloce nel sistema attraverso selezioni e tirocini in aziende e stabilimenti del nord est, possiamo citare per il nostro settore – commenta il direttore Pietro Piccioni – la realtà della Fondazione Cerletti di Conegliano (Treviso) che con il corso “Nuove tecnologie per il made in Italy agroalimentare e vitivinicolo” dal 2010 promuove la preparazione di figure con profili ad hoc per le esigenze delle strutture del primario e della trasformazione agroalimentare. Stessa considerazione per il diploma di “Tecnico Superiore per il Controllo, la Valorizzazione e il Marketing delle produzioni agrarie, agroalimentari e agroindustriali” che ha riscontrato molte adesioni in questi anni”. Se è vero, come i dati ci confermano – continua Piccioni – che le nuove generazioni guardano alla campagna come scommessa di vita per le nuove opportunità, è chiara la necessità di avere un’educazione scolastica che ne tenga conto. Siccome i campi sono aperti, ben venga la più ampia collaborazione tra organizzazioni per affrontare contenuti e argomenti in molti casi simili soprattutto quando si parla di impresa, invitando a prendere atto che il nostro comparto sta giocando un ruolo strategico per la leva dell’economia del Veneto”. Coldiretti Veneto parte da questa riflessione partecipando direttamente al programma con gli interventi di Marina Beggio per Confindustria, Santo Romano del Dipartimento Istruzione della Regione, Daniela Beltrame direttore dell’Ufficio Scolastico, Marco Michielli presidente di Federalberghi, Giovanni Giuriato presidente dell’Associazione dei Direttori del Personale. Le conclusioni di Fabrizio Proietti, dirigente Miur.
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