Antonio Massariolo sul Bo Live, il giornale web dell’ateneo di Padova, ha relazionato sulla mega manifestazione contro le mafie. Da questa fonte attingiamo una parte della cronaca. “Ragazzi vi supplico, non temete di essere fragili”. Una frase che forse non è adatta ai grandi titoli, una frase però che, detta da una persona come don Luigi Ciotti, ad una platea composta da 50 mila persone, di cui gran parte giovanissimi, è come una traccia che segna la via, una via che punta alla sincerità. Libera, Avviso Pubblico, aiutati da molte altre associazioni oggi hanno dato vita ad una manifestazione che Padova ricorderà a lungo. 50mila persone che sfilano per la città per dire “no alla mafia”, ma anche per chiedere legalità, giustizia e verità, verità per le famiglie che hanno perso i propri cari in un modo atroce ed inatteso, persone però che tutti noi abbiamo il dovere di non dimenticare.
Combattere la mafia non è solo un dovere dello Stato: ognuno può dare il proprio contributo. Questo è il corteo per la Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle mafie: alle 12 il discorso di Don Luigi Ciotti e il suo articolo sul giornale web: https://ilbolive.unipd.it/it/21-marzo-giornata-memoria-vittime-mafia-padova #mafia #lottaallamafia #unipd #ilbolive #liberacontrolemafie. Siamo tutti coinvolti, perché quando parliamo di mafie, di illegalità, non possiamo più far finta che siano argomenti che non ci riguardino. La criminalità organizzata c’è anche nel Nord Italia, c’è in Veneto e anche Padova ha le sue vittime innocenti da ricordare. Stiamo parlando di Cristina Pavesi, una ragazza che a 22 anni è morta per mano della Mala del Brenta e per i loro miseri fini, ma stiamo parlando anche di Matteo Toffanin, un ragazzo ucciso per un incredibile scambio di persona da un commando di killer che volevano “far fuori” Marino Bonaldo, ma che hanno sbagliato auto ed hanno sparato a Matteo e Cristina, la sua ragazza, nel 1992, nel quartiere Guizza. È’ stato proprio il coraggio di Cristina, come quello di molti parenti delle vittime innocenti, a far conoscere la storia di Matteo, ma vale per lui come per tutte le 972 persone di cui oggi si è fatto nome in un Prato della Valle gremito di gente.
9“Vogliamo notizie di Padre dall’Oglio, di Silvia Romano, non dobbiamo dimenticare la nostra gente, dobbiamo volere verità per Giulio Regeni, Ilaria Alpi”. E’ iniziato con un accorato appello il discorso di don Luigi Ciotti, un appello che è poi proseguito rivolgendosi ai tantissimi giovani. “Non dobbiamo temere di alzare la voce quando in molti scelgono un prudente silenzio – ha continuato don Ciotti -. Vi supplico ragazzi, non temete di essere fragili, fragile è la condizione umana, saperlo è è ciò che ci rende forti. Una società forte accoglie e riconosce la fragilità degli altri, una società che si chiude allontana la fragilità degli altri per non riconoscere la propria. Diciamolo chiaro e con chiarezza: le leggi devono tutelare i diritti, non il potere. Io sto con la nave Mediterranea, con Roberto Saviano, e dico no alla gestione repressiva dei migranti e all’attacco dei diritti umani. Gli immigrati sono rappresentati come nemici. I migranti invece sono vittime che vengono rappresentati come colpevoli in una falsificazione della realtà di cui un giorno la storia e Dio ci chiederanno conto”. “Vogliamo liberare la società dalle mafie” ha detto in una lettera letta sul palco dal Prefetto Franceschelli, il Capo dello Stato Sergio Mattarella, anche lui parente di una vittima innocente di mafia, Piersanti Mattarella, assassinato da Cosa Nostra nel 1980. “E’ un traguardo doveroso e possibile – ha continuato il presidente della Repubblica -, che richiede a tutti impegno, coerenza, piena coscienza delle nostre responsabilità di cittadini”. Il cambiamento però è possibile, l’hanno dimostrato 50 mila persone che si sono radunate a Padova e tutte quelle che l’hanno fatto in tutt’Italia per dire che “il nemico non sono i migranti, sono le mafie, la corruzione, l’usura”. (Foto Bo live. UnPd).

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