Con l’etichetta obbligatoria annunciata dal Governo per tutti i prodotti lattiero caseari oggi il nostro latte vale di più così come viene riconosciuta la qualità del nostri allevamenti – e’ quanto afferma Martino Cerantola di rientro da Milano dove si è celebrato l’appuntamento con il milk day. Il Veneto – ricorda Coldiretti – realizza un’eccellenza casearia di assoluto pregio visto che più del 60% del latte è impiegato per le pezze blasonate: ad esempio per il Grana Padano si lavorano più di 4 milioni di quintali di latte, per l’Asiago quasi 2 milioni, altrettanto significativa è il quantità per il Montasio, il Piave, il Provolone Val Padana. Chiudono la classifica il Monte Veronese e la Casatella Trevigiana. Il capoluogo lombardo e’ stato raggiunto anche da molti giovani del nord est partiti all’alba da tutte e sette le province e guidati dal delegato Alex Vantini. Proprio dal palco del MiCo di fronte a migliaia di agricoltori italiani, il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina hanno annunciato il via libera all’obbligo di indicare in etichetta la provenienza del latte e dei derivati come formaggi o yogurt. “Un risultato storico per i nostri allevatori – commenta Cerantola – da troppo tempo alle prese con le distorsioni del mercato, con dei prezzi a dir poco assurdi che nemmeno pagano le spese vive e con la concorrenza sleale di prodotti che arrivano dall’estero senza alcuna garanzia di qualità e origine. Finalmente possiamo “mettere la firma” sulla nostra produzione di latte, formaggi e yogurt che è garantita a livelli di sicurezza e qualità superiore grazie al sistema di controlli realizzato dalla rete di veterinari più estesa d’Europa, ma anche ai primati conquistati a livello comunitario con la leadership europea con 49 formaggi a denominazione di origine realizzati sulla base di specifici disciplinari di produzione. E’ una bella notizia anche per i consumatori che nella metà dei casi sono disposti a pagare il vero Made in Italy alimentare fino al 20% in più ma c’è addirittura un 12% che è pronto a spendere ancora di più’ pur di avere la garanzia dell’origine nazionale. Finalmente un risultato che arriva a undici anni esatti dall’introduzione dell’obbligo di indicare l’origine per il latte fresco fortemente voluto dalla Coldiretti anche per sostenere i consumi di un alimento fondamentale nella dieta degli italiani. Con l’etichettatura di origine si dice finalmente basta all’inganno del falso Made in Italy che riguarda tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia sono stranieri mentre la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall’estero, ma nessuno lo sa perché non è obbligatorio riportarlo in etichetta. La scelta di trasparenza fatta in Italia – conclude Cerantola – è importante per essere più forti anche nella lotta all’agropirateria internazionale sui mercati esteri dove i formaggi Made in Italy hanno fatturato ben 2,3 miliardi (+5%) nel 2015.