Tecnici della Regione a Gallio, sull’altopiano di Asiago, per un sopralluogo all’allevamento preso di mira giorni orsono dall’assalto dei lupi, per verificare modalità della predazione e quantificare il danno subito. “Purtroppo l’allevatore dell’altopiano non aveva adottato le misure di prevenzione suggerite e finanziate dalla Regione – ha detto l’assessore veneto all’agricoltura, dopo aver preso visione della relazione tecnica e delle foto scattate – Il recinto in questione non era elettrificato, come quelli forniti dalla Regione, ma solo una rete di contenimento fatta con materiali non specifici, peraltro non allestita correttamente, viste le falle che hanno offerto un facile varco al passaggio del lupo. Anziché proteggere il gregge dal lupo, si è rivelata una gabbia mortale per le sue prede. Capisco la paura, lo sconforto e la rabbia degli allevatori e dei malgari di fronte alle pecore sgozzate, ma ancora una volta – ha aggiunto l’assessore G.Pan – devo rilevare l’incauto comportamento di chi non ha adottato le più elementari regole di prevenzione, né ha ritenuto opportuno chiedere di avvalersi dei nostri dispositivi, cioè recinti elettrificati e correttamente posizionati e cani da guardanìa”. Ancora una volta dalla Regione è stato ricordato che il lupo è una specie protetta, tutelato allo stato attuale dalla legislazione nazionale ed europea. Al nuovo governo si chiederà di rivedere il piano nazionale di protezione del predatore almeno per le aree montane storicamente vocate alla pastorizia e all’allevamento. Sta di fatto che dove sono state issate protezioni nei ricoveri-allevamenti non ci sono state incursioni di lupi.