Sì, certamente, siamo in piena campagna elettorale (la data è il 4 marzo), ma il libro ” Un Paese a 5 stelle” di Mimmo Delgiudice, 68 anni, giornalista parlamentare, vaticanista e per oltre 35 anni all’Ansa con incarichi di responsabilità, ha scritto, con professionalità e piglio, del Movimento di Grillo e della famiglia Casaleggio e su quel che la loro Rete (o meglio piattaforma telematica) propone ai suoi militanti e, poi, agli italiani. In verità, come scritto, si è davanti ad un gruppo di inesperti, in molti anche laureati o diplomati (ma taluni con evidenti debolezze linguistiche), ma non collaudati a far politica. Vale a dire “esperienza quasi zero”. E come in tutte le cosidette “truppe camellate” ci sono anche disoccupati che, entrando alla Camera o al Senato, si sono messi (astutamente forse) a busta paga. Sì, è vero, si sono proposti al pubblico da pochi anni e poichè hanno, sempre un loro modo di proporsi, hanno anche dato messaggi di pulizia e rigore, di abolire ladrocini e corruzione, hanno invitato tante persone a sceglierli perchè proclamano di agire fuori dagli schemi e vanno promettendo che non faranno alleanze con altri partiti, perchè sono ambiziosi di dichiarare che “faranno tutto da soli”. Ebbene, il libro, tra le varie città in cui è stato presentato, nella sua prima uscita  a Roma, l’autore (professionista di lungo corso davvero) lo ha voluto proporre anche a Venezia, presso l’Ordine dei giornalisti del Veneto. Nel libro si espongono molti espisodi, anche curiosi e inediti, ma Delgiudice ha svolto un lavoro serio ed ha doverosamente parlato del Movimento come un grande elemento di novità del nostro panorama politico. Tuttavia per questi neoparlamentari ci sono elementi di criticità; basta scrorrere il titolo dei capitoli del libro: Il pagliaccio del mondo; Nel nome del Padre; Un virus, non una poltrona; Onorevoli per caso, Anzi no, cittadini; I quattro dell’Ave Maria; Il quasi sacro e il certo profano e le tre Grazie. Altri capitoli sono  stati così titolati: I magnifici quattro; Fidatevi di me, Cartellino rosso; Mammia mia, che successo!; Un amore a prima vista e Mi facci il piacere! Errare humanunm est. In tutto 226 pagine, Armando Editore. L’autore presenta fatti accaduti, parole pronunciate durante colloqui diretti e, seguendo la linea professionale imparata all’Ansa, riferisce i fatti, ma non li commenta. In verità nelle pagine del libro “Un Paese a 5 stelle” non c’è una posizione favorevole al Movimento. Dalla lettura c’è un superintelligente invito formulato dal giornalista di razza: far rifettere chi sono i grillini e sulle novità che vanno sbandierando che, spesso – i casi non mancano, e molti sono citati dall’autore – negano l’evidenza e tradiscono la sostanza, però dicono di agire per il cambiamento (leggasi il potere del Paese). A proposito del primo capitolo e del titolo, cioè sul Pagliaccio del mondo, le parole comunque si sprecano per il comico genovese che resta un soggetto misterioso e cangiante, ma che fin dall’inizio gode di fare il capo carro.

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