Nella sala del Parco Tecnologico ROA di Castellavazzo la Famiglia Emigranti ed ex Emigranti di Longarone ha presentato nei primi giorni di ottobre l’ultimo imponente lavoro di Arrigo Galli e Camillo Burigo “Dalle valli del Piave e del Vajont in ogni contrada del mondo”, un ‘opera sull’emigrazione del Longaronese che compendia un lavoro di ricerca e di documentazione di alcuni anni. Come ha sottolineato il prof. Gioachino Bratti nella sua introduzione all’incontro, il volume è il coronamento di diverse precedenti pubblicazioni che i due autori hanno realizzato su questo tema, una trattazione completa sul fenomeno migratorio locale. I morti del Vajont sono stati 1919. Il pregio del libro è anche la raccolta di centinaia e centinaia di nomi di emigranti (e di loro discendenti), che, soprattutto a partire da fine ‘800 e fino al 1940, lasciarono, definitivamente o temporaneamente, il territorio di Longarone, divisi per “contrade” di partenza e di destinazione. Successivamente, attraverso una interessante sequenza di immagini, l’ing. Arrigo Galli ha fatto rivivere episodi, caratteristiche, personaggi di questa insigne storia, accompagnandoli anche da ricordi personali di emigrante, e soprattutto motivando lo scopo del suo lavoro con il dovere di dare “memoria” di vicende di sacrifici, operosità e sentimenti che hanno fatto onore alla nostra terra e al Paese intero e all’obbligo di trasmettere tale patrimonio ai più giovani, talora invece attratti da distrazioni e superficialità che anche il mondo tecnologico attuale offre loro. Da parte sua, il coautore Camillo Burigo ha rimarcato il certosino lavoro di ricerca che ha portato alla riscoperta di tanti protagonisti di questa epopea, con lo straordinario risultato di arrivare a ben 1450 famiglie, raggruppate in 126 cognomi e in decine e decine di soprannomi, (di alcuni di quest’ultimi si era persa addirittura memoria), il tutto diligentemente esposto in ordine alfabetico paese per paese. Tra il pubblico anche il sindaco di Longarone Roberto Padrin con il vice Sonia Salvador, l’ABM con la vice presidente Patrizia Burigo e l’ex direttore Patrizio De Martin, e il sen. Giovanni Piccoli. Alcuni di loro sono intervenuti per esprimere il plauso e la gratitudine per questa opera che rende memoria e omaggio a una rilevante parte della nostra storia, resa attuale nei valori che se ne possono trarre. L’incontro era stato introdotto dall’ascolto di alcune poesie in tema della compianta poetessa longaronese Marina Sacchet, lette dal maestro Gianni Olivier, e si è conclusa con la proiezione di un filmato dell’artista feltrino Gian Antonio Cecchin e da lui illustrato, sui suoi noti e splendidi affreschi realizzati lo scorso anno in alcune località del Rio Grande do Sul, in commemorazione dei 140 anni dell’emigrazione veneta in Brasile.

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