Certamente è una festa per i bambini aprire un bell’uovo di cioccolato a Pasqua, e per ogni età è sempre una tradizione irrinunciabile anche per l’usanza di racchiudere al suo interno una sorpresa. Le uova, sia di gallina che di cioccolato, sono divenute, insieme alla colomba, uno dei simboli della stessa Pasqua cristiana. E mentre le uova di cioccolato sono di origine recente, quelle vere, colorate o dorate, hanno un’origine radicata nel lontano passato. Per gli antichi l’uovo era sinonimo di vita nonché alimento prezioso. Sembra che la consuetudine di portare uova in dono sia da far risalire ai Persiani che le regalavano per annunciare l’arrivo della primavera. La tradizione di distribuire uova colorate si sarebbe poi diffusa in Egitto e in Grecia, mentre i primi esemplari decorati risalirebbero all’antica Cina. Il simbolo della vita e della rinascita, in relazione alla morte e alla resurrezione di Cristo, viene quindi assorbito dal Cristianesimo e rimane sostanzialmente immutato fino ad oggi. Nel Medioevo, il dono delle uova decorate si sarebbe affermato come tradizione pasquale. In questo periodo in Germania e nei paesi scandinavi si diffuse l’abitudine di regalare uova colorate la domenica di Pasqua. In questi paesi si svilupparono anche le prime tradizioni legate all’albero pasquale: nel Nord Europa, come per il Natale, piante spoglie vengono addobbate con uova sode, oggi sostituite con gusci vuoti, plastica o polistirolo. Ai greci ortodossi piace cucinare le uova sode e colorarle di rosso (usando nell’acqua di cottura foglie di cipolla rossa), simbolo della passione di Cristo, il giovedì santo e mangiarle a Pasqua.
L’uovo di Pasqua, in versione di dolce cioccolato, è un’evoluzione quindi della tradizione di distribuire uova di gallina colorate in occasione della festività. La più conosciuta vede la nascita dell’uovo di cioccolato alle corti di Luigi XIV, per poi estendersi in Francia e Germania già all’inizio dell’800.
I primi esemplari sembrano non fossero vuoti, ma completamente ricolmi: il dolce vuoto, affinché potesse contenere una sorpresa, è probabilmente legato ai preziosi esemplari Fabergé. Prese infatti piede anche una nuova tradizione: la creazione di uova artificiali fabbricate o rivestite in materiali preziosi, ovviamente destinate ad aristocratici e nobili. L’orafo Peter Carl Fabergé nel 1883 ricevette dallo zar Alessandro l’incarico di creare un dono speciale per la zarina Maria. Il primo Fabergé fu un uovo di platino smaltato bianco che si apriva per rivelare un uovo d’oro che a sua volta conteneva un piccolo pulcino d’oro ed una riproduzione della corona imperiale. Gli zar ne furono così entusiasti che ordinarono a Fabergé di preparare tutta una serie di uova da donare ogni anno. Si ritiene quindi che l’idea della sorpresa nell’uovo pasquale possa essere nata da qui, senza dimenticare che l’uovo racchiude in sé la vita.
Grazie al lavoro dei cioccolatai francesi e svizzeri si iniziò a manipolare la cioccolata e, quando si cominciò a produrre macchine apposite, si crearono uova vuote con all’interno un piccolo dono. Il vero boom commerciale dell’uovo di cioccolato esplose nel secondo dopoguerra, per la gioia di grandi e piccini.
Anche la colomba è il dolce che rappresenta la Pasqua, in Italia da Nord a Sud senza alcuna distinzione. L’origine pare controversa: c’è chi ne fa risalire le prime versioni all’epoca dei longobardi e chi, invece, sostiene sia nata settant’anni fa da un’idea commerciale di un importante produttore dolciario che studiò la possibilità di riutilizzare i macchinari dei panettoni del periodo natalizio. Deriva dalla tradizione anglosassone invece il coniglietto pasquale (Easter Bunny), che porta in dono uova di cioccolato o nasconde uova nei giardini per farle trovare ai bambini. Diffuso nell’alimentazione quotidiana, e fonte di proteine alternative alla carne, l’uovo di gallina (ma anche di quaglia, di oca, anatra, perfino di struzzo) è un oggetto comune nelle nostre case. Le ricette con le uova sono davvero infinite e con un po’ di fantasia si può preparare una cena o un pranzo davvero sfizioso. Un consiglio dello chef? Uova alla Benedict (in camicia) accompagnate da spinaci, poco formaggio grattugiato e pane nero. (odm)