In alcune regioni d’Italia ed in diversi paesi del Nord Europa la notte tra il 5 e il 6 dicembre è attesa quanto la notte di Natale (in particolare dai bambini perchè è tradizione ricevere i regali). Nelle zone di Trieste, Gorizia, basso Friuli, Istria, Alto Adige permane il culto di San Nicolò che porta doni, mandarini e dolci. A Venezia, dove si celebrano le cerimonie religiose è la chiesa antica, ricca d’arte e famosa di San Nicolò dei Mendicoli (foto); tante sono le località dove si rinnova questo culto e si rispettano vecchie tradizioni, come a Canazei, isola di Murano e soprattutto Bari.  Anche nel Veneto orientale fino a tempo fa i bambini aspettavano i suoi doni e si preparava in cucina un pezzo di pane per lui e un po’ di paglia per il suo asinello. Si doveva andare a letto presto, altrimenti il Santo con la barba bianca non sarebbe entrato a portare i regali. Nel veronese è Santa Lucia, il 13 dicembre, a portare ancor oggi i doni ai bambini. Sono tradizionali a Verona le bancarelle in Piazza Bra piene di dolciumi e giocattoli, per non mancare di ricordare il passaggio della Santa. San Nicolò (o San Nicola) fu vescovo di Myra, in Turchia. Nicola nacque presumibilmente a Patana nella regione della Licia attorno all’anno 270 d.C. da una famiglia nobile e molto benestante. Rimasto orfano molto presto, usò le proprie ricchezze per aiutare i più poveri, soprattutto i bambini. Fin dal VI secolo il culto del Santo era diffuso in tutto l’Oriente. La sua fama arrivò in Italia, a Roma e nel sud. I baresi, di cui è anche patrono, lo festeggiano il 9 maggio, data in cui le sue spoglie arrivarono in città nel 1087, mentre nel nord la sua festa ricorre il giorno in cui sarebbe morto nel 343. E’ uno dei Santi più venerati al mondo e la sua fama è universale. Secondo varie leggende, è oggi il Santo protettore dei bambini, delle ragazze nubili, degli scolari, dei marinai, dei farmacisti, degli avvocati, dei profumieri, dei mercanti, dei pescatori, dei panettieri, dei viaggiatori e dei pellegrini. San Nicolò è il patrono di numerose città italiane, di Russia e Grecia. In tutta l’Austria, ma anche nelle regioni che avevano fatto parte dell’impero austro-ungarico, la tradizione di Sankt Nikolaus che porta i doni è ancor oggi presente. In Germania e Olanda e, più in generale, nel Nord Europa, si affermò l’usanza di affidare a San Nicola il ruolo di dispensatore di regali ai più piccoli. Secondo la leggenda, il vescovo si sposterebbe di notte in sella a un cavallo o a un asino, mettendo dolci e strenne nelle scarpe dei bambini buoni. Gli emigranti olandesi (che fondarono New Amsterdam, l’attuale New York) portarono questa tradizione negli Stati Uniti e Sinter Klaas fu presto tradotto in Santa Claus, divenendo uno dei simboli del Natale, ispirando la figura di Babbo Natale ovvero, a seconda del paese, Santa Claus, Father Christmas, Father Frost, Svatý Mikuláš, Joulupukki, Kris Kringle, Père Noël, Sabdiklos, Sinter Klaas, Christkind, Weihnachtsman, Pai Natal, Noel Baba, e così via. Una “collega” di San Nicolò ovvero di Babbo Natale è Santa Lucia, protettrice della vista e patrona degli oculisti; è festeggiata il 13 dicembre, detto il giorno “più corto che ci sia” in quanto, prima del 1580 anno in cui fu introdotto il calendario moderno, la giornata dedicata alla Santa era il 21 dicembre, il giorno del solstizio d’inverno, certamente il più freddo dell’anno. Le origini dell’antica festa di Santa Lucia si mescolano a celebrazioni tipiche del Nord Europa, legate al ritorno del sole e della luce dopo il solstizio, e pure lei svolge il ruolo di consegnare i doni ai bambini. Il suo corpo è custodito nella chiesa di S.Geremia ed è sempre ambito da Siracusa dove è già stato venerato durante una recente trasferta, decisa dal Patriarca di Venezia e dal vescovo della città siciliana. Anche a Vicenza si usa mettere una scarpetta fuori dalla finestra, insieme a un pezzo di pane per la Santa e a un po’ di latte per il suo asinello, aspettando i suoi omaggi. Nelle province di Mantova, Modena, Bergamo e  Brescia, soprattutto in passato, Santa Lucia rappresenta l’unico giorno in cui i bambini ricevono regali. La festività è molto sentita a Palermo e in altre città della Sicilia, come a Roma e Milano che festeggiano il gemellaggio con Stoccolma, dove ogni anno – come in altre città della Svezia – viene scelta una ragazza per rappresentare Santa Lucia. Nata intorno al 280 d.C., fu arrestata e torturata per la sua religione e uccisa intorno al 304 d.C. sotto Dioclezano. Il culto della santa siracusana è legato in particolare alla protezione della vista e degli occhi. E una delle più antiche tradizioni venete racconta che le spoglie della Santa passarono da Verona durante il loro viaggio verso la Germania intorno al X secolo, fatto che spiegherebbe la diffusione del suo culto nel Veneto occidentale e dintorni e nel nord Europa.  (ODM)

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