Alla fiera di Vicenza è in programma, dal 18 al 21 aprile, la Rassegna internazionale di arredi, oggetti liturgici e componenti per l’edilizia di culto, che indaga il rapporto arte, liturgia e contemporaneità con una mostra dedicata a “La vetrata artistica contemporanea per le chiese”. A cinquant’anni dalla chiusura del Concilio Vaticano con la promulgazione della Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo “Gaudium et spes”, Koinè Ricerca – la sezione della manifestazione che coordina laboratori, ricerche e conferenze sulla progettazione ed il design per la liturgia – si focalizza sul tema dell’arte contemporanea negli edifici di culto. Koinè Ricerca sceglie tra le esperienze ed i casi rilevanti di vetrate per le chiese, alcune delle opere più interessanti di importanti atelier europei: Atelier Parot per la Francia, Derix Glasstudios, Glasmalerei Peters e Glaswerkstätten F.Schneemelcher per la Germania, Joost Caen per il Belgio, Luzernische Glasmalerei C. Stoos per la Svizzera, J. M. Bonet Vitralls per la Spagna e, infine, Atelier VetroCreare, Officina Santhomé, Progetto Arte Poli, Tocchi di Colore e VitrumArte per l’Italia. Queste vetrerie artistiche non solo si distinguono per la collaborazione e il dialogo che intrattengono costantemente con numerosi artisti, ma anche per la continua ricerca sulle tecniche e i nuovi materiali che dà loro modo di espandere le possibilità espressive della vetrata. Già all’inizio del XX secolo le vetrate avevano messo in discussione il loro ruolo didattico per trasmettere non più messaggi ma sensazioni. Ma sono state soprattutto le esperienze di Chagall e Matisse a dare nuove possibilità espressive alla vetrata, che per secoli era stata relegata fra le arti minori; da quel momento la vetrata si rivela un’arte in sintonia con il sentire dell’uomo contemporaneo e con un proprio valore all’interno dello spazio architettonico. L’elevato numero ed il notevole livello artistico delle opere in mostra a Vicenza testimoniano come la vetrata si confermi un medium che connota in maniera incisiva lo spazio liturgico e l’esperienza di chi lo vive, così da richiedere sia grandi abilità tecniche – per inserirsi in strutture architettoniche antiche e nuove – sia intensità espressiva dell’apparato decorativo. Nella mostra Koinè ci sono le opere di Joost Caen, maestro vetraio ed artista la cui arte è caratterizzata da una linearità e da un cromatismo astratto, che simboleggia le dinamiche di vita e morte, di speranza e fede. Le sue opere si collocano principalmente in contesti monumentali, come le 60 finestre per il Monastero di Fonte Avellana nelle Marche, che rappresentano la sua realizzazione più spettacolare. Un altro esempio di arte astratta che si unisce all’arte della vetrata sono le creazione dell’Atelier Parot, ideate dall’artista Matthew Tyson, per la navata della cattedrale di Saint Pierre nel comune di Saint Claude (Jura) in Francia, che, a differenza di quelle del coro, realizzate nel XIX secolo e raffiguranti scene bibliche, erano rimaste quelle originarie, in vetro bianco. Tyson, nelle 14 bifore su cui è intervenuto, ha voluto ritmare le superfici unendo forma geometrica e colore. È connotata da una straordinaria espressività la vetrata realizzata da Derix Glasstudios per la chiesa di S.Andrea a Colonia, creata in collaborazione con l’artista Markus Lüpertz. Un altro atelier tedesco, quello di F. Schneemelcher, da tempo dialoga con diversi artisti di fama realizzando vetrate per numerose chiese e cappelle e lo caratterizza la continua ricerca per attuare l’unità spaziale fra il disegno e l’architettura. Nella chiesa di S. Vigberto a Quedlinburg, Schneemelcher con l’artista Günter Grohs ha creato, per le tre monofore, una vetrata dalla trama preziosa ottenuta da vetro soffiato, verniciato di giallo e di nero e, poi, legato al piombo, in cui “vuoto” e “pieno” si alternano con sapienza. Ma la mostra Koinè a Vicenza è ricca di proposte ed esempi in grado di suscitare interesse tra gli specialisti e qualificati visitatori come le vetrate realizzate da J. M. Bonet Vitralls per la Sagrada Familia. L’artista è Joan Vila-Grau, che nella sua opera ha composto una sinfonia di colori e luci che cambia tonalità a seconda dell’ora del giorno e regala maggior misticismo al tempio. Un caleidoscopio dove l’uomo si trova in un universo che si muove e sempre cambia, che unisce cielo e terra, è il tema che guida l’opera di Christoph Stoos: un’immagine microcosmica dell’universo macrocosmico. Come nel Medioevo, con l’ausilio delle vetrate, i colori e la luce illuminano l’ambiente riflettendosi sul pavimento e sulle pareti, creando un’atmosfera mistica, come testimonia l’intervento di Stoos nella Basilica di Loreto. Fra gli italiani presenti a Vicenza va segnalato Progetto Arte Poli, che da più di sessant’anni ha scelto come filo conduttore, come materia prima delle sue opere, la luce. A questo punto merita segnalare una dichiarazione del liturgista Roberto Tagliaferri, docente di teologia presso l’Istituto di liturgia pastorale S. Giustina a Padova e membro del Comitato Scientifico di Koinè Ricerca ed autore di numerosi saggi e articoli sull’architettura dello spazio sacro e sui linguaggi estetici: Egli ha sottolineato come «le vetrate, elementi architettonici ed artistici, al contempo materiali ed immateriali, oltre ad essere mezzo d’illuminazione e decoro per gli spazi celebrativi, favoriscono il rivolgersi ai cammini spirituali e teologici della luce. Se da una parte, raccontando le storie sacre, sono espressione della dimensione comunitaria e storica della concezione della vita cristiana, dall’altra risulta immensamente più potente il gioco della luce che la vetrata scompone in colori e produce efficacemente sentimenti religiosi. Sempre, comunque, la vetrata è pensiero visivo”, ha concluso Tagliaferri. Info: Press Koinè, Alessandro Amato,stampa@koinexpo.com, 39 3927480967.