Ad eccezione di Bolzano (+2,6%), tra i 19 Comuni capoluogo di provincia distribuiti sul territorio nazionale che l’Istat monitora mensilmente per calcolare l’indice dei prezzi al consumo (cioè l’inflazione), la CGIA ha segnalato che nello scorso mese di aprile il Comune di Venezia ha registrato il dato tendenziale (ovvero il confronto con lo stesso mese del 2016) più elevato: +2,5%, contro una media nazionale che si è attestata al +1,9%. “Pur guardando con un certo favore al ritorno dell’inflazione in città – ha detto il Presidente della CGIA Roberto Bottan – è evidente che questa fiammata di aprile risente, per una città che vive in buona parte di turismo, delle festività pasquali e dei ponti del 25 aprile e del primo maggio. Purtroppo, nonostante lo scatto in avanti dei prezzi, la componente riconducibile ai consumi delle famiglie, in particolar modo in terraferma, è stata irrilevante. Aspetto, quest’ultimo, che continua ad avere dei riflessi molto negativi sui bilanci degli artigiani e dei piccoli commercianti che, ricordo, lavorano quasi esclusivamente per il mercato domestico”. Tra le 12 divisioni che compongono il paniere, i dati dell’Istat ci dicono che la voce che ha registrato la variazione di crescita più importante è stata quella dei trasporti (+6,6%); seguono i servizi ricettivi e la ristorazione (+3,9%), le spese per l’abitazione, l’acqua, l’elettricità e i combustibili (+ 3,3%) e gli alimentari e le bevande (+2,7%). Le uniche voci che, invece, sono state precedute da un segno meno sono state le comunicazioni (-1,8%) e l’istruzione (-0,6%). Dall’analisi delle classi di beni e servizi che compongono le divisioni (i cui dati provvisori sono disponibili presso il Servizio Statistica e Ricerca del Comune) è importante segnalare alcuni andamenti congiunturali, ovvero rispetto al mese di marzo del 2017: trasporto aereo passeggeri (+31,7%), i servizi di alloggio (+29,4%), la raccolta rifiuti (+5,8%), il trasporto passeggeri su rotaia (+2,7%) e l’energia elettrica (+2,2%). Per contro, sempre su base congiunturale, hanno subito un deciso decremento di prezzo gli apparecchi non elettrici e i prodotti per la cura (-0,8% rispetto a marzo 2017), le scarpe (-1,1%), gli apparecchi telefonici (-1,9%), la verdura (-2,2%) e i pacchetti vacanze (-2,6%).