Il caro petrolio penalizza ii prezzi della benzina aumentati del 145% al netto delle imposte negli ultimi venti anni con l’Italia che è adesso fra i primi dieci paesi al mondo dove fare il pieno costa di più con pesanti ripercussioni sui bilanci delle imprese e su quelli delle famiglie. E’ quanto emerge da un’analisi dell’Unione europea delle cooperative Uecoop su dati Ministero dello Sviluppo economico in relazione al rincaro record delle quotazioni dell’oro nero sulla scia dello scontro militare e diplomatico fra Stati Uniti e Iran. Oltre alle tensioni internazionali – spiega Uecoop – sul prezzo alla pompa pesano anche tasse e accise che ormai rappresentano i due terzi del costo per consumatori e imprese con il prezzo medio della benzina che nell’ultimo anno ha raggiunto 1,574 euro al litro e il diesel 1,479 euro al litro tanto che per fare il pieno a una macchina di media cilindrata servono dagli 80 agli 86 euro a seconda del tipo di carburante. In questo panorama di alti prezzi al dettaglio con una forte incidenza delle accise – evidenzia Uecoop – qualsiasi variazione in aumento delle quotazioni del greggio rischia di pesare in modo consistenze sulle tasche delle famiglie e sui bilanci delle imprese. Caro petrolio e sensibilità ambientale stanno poi spingendo verso nuove tecnologie con le immatricolazioni delle auto elettriche e ibride aumentate del 37,6% nel 2019. Anche se il freno principale alla diffusione dei mezzi ibridi ed elettrici – sottolinea Uecoop – è il loro maggior costo rispetto a quelli a benzina e diesel oltre alla mancanza, per quelli esclusivamente elettrici, di un’estesa e capillare rete di colonnine di ricarica senza le quali ci sono problemi oggettivi – conclude Uecoop – se si usa il mezzo per fare consegne, trasportare persone o spostarsi con frequenza nello stesso giorno su tragitti più o meno lunghi.Info: 366 5763528 – veneto@uecoop.org – www.uecoop.org (foto arch.).